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L'intervista

Parlano i giovani veronesi finiti su Forbes: «Il segreto? Chiederci in cosa siamo utili agli altri»

L'intervista a Niccolò Ramponi e Paolo Torneri della startup FisioScience
Niccolò Ramponi e Paolo Torneri con la copertina di Forbes
Niccolò Ramponi e Paolo Torneri con la copertina di Forbes
La storia di FisioScience (video Bicego)

Individuare un bisogno e trovare una soluzione che possa diventare un’idea d’impresa. Percorso che pare semplice e lineare a sentir descrivere dalle voci di Niccolò Ramponi e Paolo Torneri come è nata la startup FisioScience

Ventinove anni il primo, di Bolca, e venticinque il secondo, di Tregnago. Entrambi fisioterapisti, che si sono formati all’ateneo scaligero, hanno anche un altro segreto: «Pensare. E pensare in grande». Tant’è che la loro auto-candidatura per entrare nell’elenco dei 100 under 30 leader del futuro del 2024 è andata a buon fine: i loro nomi compaiono su Forbes, nella sezione «Science & Healthcare».     

La storia di FisioScience

«Non ce lo saremmo mai aspettati», esordisce Torneri, sfogliando la prestigiosa rivista. Che però con una punta di ambizione ci sperava, a coronamento di un progetto avviato nel 2018. Lo spunto iniziale, interviene Ramponi, riconduce al 2018: «A un progetto divulgativo pensato inizialmente per diffondere gli studi scientifici in fisioterapia sui social media. Poi abbiamo deciso di fare corsi di formazione, prima frontale e in seguito online con il Covid. Nel 2020 abbiamo lanciato il primo libro e siamo arrivati a sette pubblicazioni, per 18 mila copie vendute in quattro anni».

Dall’anno scorso, la startup, che ha base operativa a San Martino Buon Albergo nel loro centro di fisioterapia F3, è società benefit: «Da statuto ci obblighiamo ad avere un impatto positivo sulla società ad esempio riducendo le emissioni di Co2 per le spedizioni che partono dal magazzino di Bolca, piantando alberi e creando valore nel nostro settore», spiegano i due professionisti.

Sono partiti in cinque: ai due fisioterapisti si aggiungono tra i fondatori Valerio Barbari, Stefano Diprè e Giandomenico Campardo. Ora il team conta più di trenta collaboratori. Segno che quel bisogno, di superare la fisioterapia classica per un approccio basato sulle evidenze scientifiche, era davvero una necessità. Di cui adesso si ritrova riscontro concreto nei numeri che snocciola Ramponi: «La formazione in presenza, con una proposta di oltre venti corsi, ha coinvolto quasi 2 mila fisioterapisti da tutta Italia. Alla piattaforma FisioScience Club per le lezioni online sono iscritti mille colleghi ed è anche un luogo di confronto. Ogni mese teniamo workshop gratuiti nelle università, con l’iniziativa FisioScience University». Strumenti consegnati nelle mani dei fisioterapisti di oggi e di domani, con l’ambizione (a proposito di pensare in grande) di creare «una scuola di formazione post lauream, un master che abbia un riconoscimento a livello accademico per dare risalto alla figura del fisioterapista, facendone valere i diritti e la professionalità».

Il riconoscimento di Forbes

Essere tra i cento giovani italiani che brillano per intelligenza, talento e capacità non è da tutti. «È un punto di partenza più che di arrivo. Adesso dovremo dimostrare di essercelo meritato», osserva Ramponi. Da giovani, si rivolgono ai coetanei: «I risultati e ancora prima i progetti nascono da un’idea», evidenzia Torneri, «che deve essere validata, anche con il confronto con altre persone, e portata avanti con impegno».

In sintonia, fa eco il collega: «Il mio consiglio è provarci, concentrandosi sul valore che il progetto può avere sugli altri e non necessariamente sul ritorno. Le soddisfazioni arriveranno di conseguenza».

Marta Bicego

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