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I funerali di Pietro Perricci

Addio all'operaio caduto dal tetto a Vallese
«Sei stato un papà dal cuore grande»

La bara di Pietro Perricci nella chiesa di Madonna del Popolo FOTO PECORAFrancesca Perricci pronuncia le toccanti parole per suo padre
La bara di Pietro Perricci nella chiesa di Madonna del Popolo FOTO PECORAFrancesca Perricci pronuncia le toccanti parole per suo padre
La bara di Pietro Perricci nella chiesa di Madonna del Popolo FOTO PECORAFrancesca Perricci pronuncia le toccanti parole per suo padre
La bara di Pietro Perricci nella chiesa di Madonna del Popolo FOTO PECORAFrancesca Perricci pronuncia le toccanti parole per suo padre

L’amore incondizionato donato in vita è ritornato, tutto quanto insieme, nel giorno dell’ultimo saluto. Alla chiesa di Madonna del Popolo, a Villafranca di Verona, ieri pomeriggio, si sono svolti i funerali di Pietro Perricci, il 64enne morto martedì scorso cadendo dal tetto mentre era al lavoro.

 

«Un uomo con un cuore così grande che ne ha lasciato un pezzetto in tutti noi», ha detto al termine della funzione la figlia Francesca. L’artigiano, nato in Puglia, ma trapiantato a Villafranca da tantissimi anni, lascia la moglie Vilma Allegretti, 61 anni. Ma era anche il nonno di due bambine.

 

E proprio sulle nipotine si è soffermato don Claudio Sacchiero durante la cerimonia: «Mi hanno detto che le chiamava “la sua medicina”. Quando era un po’ giù, o quando non le vedeva da tanto, telefonava e stava meglio». La distanza, ma solo quella fisica, aveva allontanato l’artigiano dalla figlia che, dopo essersi sposata con un militare dell’aeronautica, era andata a vivere in Toscana. «Non c’erano distanze fisiche che tenessero», ha continuato Francesca Perrici, trattenendo a stento le lacrime. «Eri estremamente presente anche dopo il mio trasferimento a Pisa. E lo saresti stato anche quando sarei partita per la Spagna. Ma ora dove sei? Starai facendo uno di quei tuoi lavoretti che soddisfacevano tanto i tuoi clienti».

 

E ancora, sottolineando l’anima buona e dedita al sacrificio del padre, ha aggiunto: «Forse anche lassù ce n’è qualcuno da fare e saranno tutti felici perché è arrivato l’uomo giusto». Piccoli momenti di vita privata, quelli rinchiusi gelosamente fra le mura di casa, sono usciti per la prima volta: «Ciao papà, sono la tua figlia preferita. Perché così mi chiamavi scherzosamente. Ora posso dirtelo, provavo fastidio solo nel pensare che in un mondo di fantasia tu potessi avere un’altra figlia: ti volevo tutto per me. Hai seminato amore, onestà e disponibilità».

 

La funzione è stata accompagnata dal coro Monte Lessini di cui fa parte uno dei tanti fratelli di Pietro Perricci, Enrico. Aurora, invece, una delle sorelle, ha preso la parola a nome di tutta la numerosa famiglia: «Noi siamo quello che siamo anche grazie a te. Con il tuo essere Piero hai messo la tua vita, la tua gentilezza, la tua disponibilità e il tuo amore nei nostri cuori». Era stato Pietro, infatti, a prendersi cura di tutti quando il papà era morto troppo presto. «Non potremo più vederci fisicamente, ma sappi che ogni battito del nostro cuore sarà anche tuo. Quindi avrai ancora da fare attraverso di noi. Potrai ancora essere d’aiuto alla splendida famiglia che hai creato», ha aggiunto la sorella. E, prima che un applauso riempisse la chiesa, ha concluso: «Mi raccomando abbraccia mamma e papà da parte nostra, saranno sicuramente felici di rivedere il loro figlio. Ciao fratellone».

 

Casa Perricci, dove il via vai di gente fra amici e parenti è continuato per tutta la settimana, si trova a pochi metri da Madonna del Popolo. E le finestre danno proprio sulla chiesa dove ieri in tanti non sono voluti mancare. Era molto conosciuto nel quartiere: chiunque ne parli aggiunge anche il ricordo di un piccolo lavoro domestico realizzato da lui. Nei giorni scorsi gli amici avevano sottolineato la sua disponibilità, il suo mettersi sempre a disposizione per cercare di risolvere ogni problema. Il 64enne, martedì scorso, stava lavorando sul tetto di uno stabilimento a Vallese di Oppeano quando all’improvviso è precipitato da dieci metri. I soccorritori, arrivati sul posto, non hanno potuto fare altro se non constatarne le morte. Morte che è apparsa da subito inspiegabile perché chi lo conosceva bene lo descrive sempre come un uomo attento e meticoloso sia nella vita che sul lavoro. I sindacati, due giorni dopo la tragedia, avevano indetto un’ora di sciopero. •

Nicolò Vincenzi

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