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Medico del 118

Incidente a Bosco
Parla un papà,
primo soccorritore

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L'auto distrutta dopo l'incidente a Bosco Chiesanuova
L'auto distrutta dopo l'incidente a Bosco Chiesanuova
L'auto distrutta dopo l'incidente a Bosco Chiesanuova
L'auto distrutta dopo l'incidente a Bosco Chiesanuova

«È stato il soccorso più difficile della mia vita. Sono un medico del 118, ogni giorno gestisco emergenze, stabilizzo feriti, li rianimo, lotto per salvare vite e non è mai facile, ma adesso so davvero, per la prima volta, cosa si prova a trovarsi dall’altra parte». A parlare è il dottor Federico Leso, in servizio al Suem di Verona, papà di Marco, uno dei 5 ragazzi sopravvissuti all’incidente di Boscochiesanuova, l’«eroe» che è riuscito, policontuso e insanguinato, a raggiungere a piedi Malga Vigna dove un’amica aspettava l’arrivo del gruppo e ha dato l’allarme. La ragazza ha chiamato a casa Leso. «Federico, c’è stato un brutto incidente, vieni su, Marco s’è fatto male ma sta bene, gli altri sono feriti», ricostruisce la telefonata ricevuta alle 2 di ieri notte. «Mi sono messo in macchina con mia moglie e sono partito di corsa, pieno di angoscia».

 

«Per esperienza - continua -, per l’ammasso di lamiere che è diventata la macchina rotolando giù dalla scarpata, posso dire che poteva essere una tragedia ben peggiore. Lucia, la nostra Lucia, è stata l’unica a perdere la vita ma potevano morire tutti, lo posso dire perché vedo ogni giorno incidenti tremendi come questo. Potevamo essere qui a piangere tutti i nostri ragazzi».

 

Su L'Arena in edicola l'approfondimento sulla tragedia di Bosco Chiesanuova.

Camilla Ferro

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