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Le motivazioni della sentenza

Castellini, le frasi su Hitler e i cori contro Balotelli: assolto perché «non ci fu propaganda fascista né odio razziale»

E riguardo alle frasi su Hitler «si è trattato di un'esternazione "sciocca" in un contesto "ludico"»
Luca Castellini e Mario Balotelli
Luca Castellini e Mario Balotelli
Luca Castellini e Mario Balotelli
Luca Castellini e Mario Balotelli

«Il reato di propaganda consiste nella divulgazione di opinioni finalizzata ad influenzare il comportamento di un vasto pubblico manifestando "odio razziale o etnico" che non si limita alla propalazione di un sentimento di generica antipatia». È uno dei passaggi delle motivazioni con le quali il 4 ottobre il collegio presieduto da Raffaele Ferraro ha assolto Luca Castellini, coordinatore di Forza Nuova per il Nord (difesa Bacciga-Lugoboni), per quel che disse nel 2017 alla festa della curva Sud e le esternazioni su Balotelli nel novembre 2019 all'indomani di Hellas-Brescia.

Due episodi riuniti in un procedimento con un'imputazione comune, ovvero «propaganda di idee fondate sulla presunta inferiorità della razza nera e istigazione a compiere atti di discriminazione di odio razziale».

 

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Le motivazioni della sentenza

«Riguardo alla frase su Hitler l'imputato ha precisato che si è trattato di un'esternazione "sciocca" in un contesto "ludico"», motiva il collere per il quale la condotta si esaurisce nel richiamo al nome di Hitler «nell'ambito di una dichiarazione dal contenuto manifestamente assurdo e illogico». «Nel caso di specie l'affermazione non aveva lo scopo di fare attecchire idee o influenzare il pensiero del pubblico. Da ultimo», concludono, «l'assurda affermazione che il successo dell'Hellas sarebbe avvenuto grazie all'intervento di Hitler non appare neppure qualificabile come "slogan" finalizzato a realizzare un contagio di idee e propositi discriminatori»

 

Accademia della Crusca

Riguardo alle frasi riferite al giocatore del Brescia, «la condotta contestata è il ripetuto utilizzo del termine negro», il collegio fa riferimento sia a quanto contenuto nel vocabolario Treccani sia a quanto precisato dall'Accademia della Crusca su tale termine. «L'Accademia ha precisato che i termini negro, nero e di colore fino agli anni '70 sono stati usati quasi come sinonimi. Il primo era quello più storicamente attestato a cui erano state attribuite precise caratteristiche fisico-somatiche e morali».

E spiegano che in seguito il termine venne bandito con l'importazione del dibattito sul «politicamente corretto» e si sarebbe arrivati a preferire nero per indicare le gradazioni più scure del colore della pelle. «Il punto vero, conclude la Crusca, è che sarebbe meglio specificare il colore della pelle solo se effettivamente necessario ai fini della comprensione del messaggio, non certo per nascondere una caratteristica fisica semmai per non rimarcarla quando non serve».

«Castellini utilizza il termine con la finalità di criticare il comportamento tenuto dal giocatore che per primo introduceva il tema del razzismo», si legge. Balotelli sostenne di essere stato vittima di cori discriminatori (poi si accertò che provenivano da altro settore e da parte di pochi tifosi). «In risposta alla denunciata discriminazione non avvenuta il Castellini conia provocatoriamente l'espressione black pass sottolineando che avrebbe cercato di ottenere le attenzioni della stampa in qualità di vittima». Si trattò, per il collegio, di una critica per il comportamento vittimistico «senza esprimere un giudizio sul colore della pelle o sulla razza». Doppia assoluzione.

Fabiana Marcolini

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