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Laureata in legge scrive il diritto del cosmo

Veronica MoroneseLa ricercatrice di Povegliano durante il suo intervento a Marcianise lo scorso 8 novembre
Veronica MoroneseLa ricercatrice di Povegliano durante il suo intervento a Marcianise lo scorso 8 novembre
Veronica MoroneseLa ricercatrice di Povegliano durante il suo intervento a Marcianise lo scorso 8 novembre
Veronica MoroneseLa ricercatrice di Povegliano durante il suo intervento a Marcianise lo scorso 8 novembre

Cosa accade se gli accordi sullo sfruttamento del sottosuolo di un asteroide non vengono rispettati? Oppure. Chi decide chi ha torto o ragione se, su una colonia umana, nel bel mezzo dello spazio, scoppia una rissa? Sono quesiti a cui sta provando a rispondere Veronica Moronese, 28 anni di Povegliano, di professione ricercatrice. Laureata in giurisprudenza all’università di Verona, con una tesi sul ruolo dell’Unione Europea e la sua competenza in ambito aerospaziale, da qualche tempo collabora con il Center for near space dell’Italian institute for the future di Napoli in qualità di esperta proprio di diritto aerospaziale. In un secondo momento è entrata a far parte anche dello Space generation advisory council, nell’ambito dello Space law and policy project group: un gruppo internazionale di neolaureati e giovani professionisti che studiano e si occupano dello spazio in tutti i suoi aspetti. PRIMI I SOVIETICI. Era il 4 ottobre del 1957 quando i sovietici mandarono in orbita lo Sputnik 1, dando così ufficialmente inizio alla corsa allo spazio. Da quel momento il diritto ha faticato a mantenere il passo con le innovazioni tecnologiche. Per questo è arrivato il momento di pensare fcome dovranno essere regolate le controversie anche fuori dall’atmosfera. Lontano dalla terra. Perché, anche in assenza di gravità, il rapporto fra gli uomini (di tutto il mondo) dovranno essere normati. REGOLE NECESSARIE. Dalle vicende legate al più elementare diritto civile a quelle del diritto penale. Serve, già da ora, che gli esperti di diritto trovino una via per raggiungere a degli accordi internazionali. Niente di più difficile, visti anche i grossi interessi economici alla base. Sebbene si parli di innovazione e abbattimento di ogni frontiera immaginabile, la distanza con gli altri membri del team costringe Moronese a lavorare, e studiare, soprattutto da casa. Il suo compito è quello di fare ricerca e divulgazione. VECCHIO TRATTATO. «Non è una materia futuristica, non sono studi di avanguardia», spiega. «Anzi, siamo troppo indietro: il diritto è rimasto troppo indietro. Così facciamo ricerca sui possibili scenari futuri, su quali sono le necessità a livello legislativo». Un trattato internazionale sul tema, vigente ancora oggi, è quello del 1967. Questo sancisce chiaramente che lo spazio extra-atmosferico non è soggetto a nessuna occupazione o appropriazione statale. Da allora, però, sono cambiate esigenze, necessità e soprattutto possibilità. Quando le colonie umane verranno implementate, e di questo ne ha parlato la ricercatrice durante un Tedx che si è tenuto qualche settimane fa a Marcianise, sarà fondamentale avere una legislazione precisa. PROFITTI. «Bisognerà trovare un punto d’incontro fra le varie sensibilità giuridiche per trovare, nel quotidiano, una legge da applicare per chi sta lassù», sottolinea. L’argomento tocca da vicino anche immense fonti di guadagno. Ci sono già delle aziende, spiega ancora Moronese, che stanno facendo notevoli investimenti per fare attività di estrazione mineraria sugli asteroidi. «Bisogna capire anche come gestire la proprietà privata, capire come deve essere regolato chi vuole sfruttare lo spazio, che sia un privato o uno Stato». PASSIONE DI FAMIGLIA. Messa la corona d’alloro, Moronese, ha fatto la pratica in uno studio legale prima di cambiare completamente strada: «È un’inclinazione mia personale. Mio fratello è ingegnere aerospaziale, quindi l’amore per lo spazio è di famiglia», precisa. Se da un lato le necessità sono conclamate, leggi di convivenza e accordi bilaterali nell’ambito del diritto internazionale, dall’altro la strada per arrivarci è parecchio tortuosa. «Non potendosi appoggiare alla legge di uno Stato piuttosto che di un altro, serve un impianto normativo di base. Sarà interessante vedere come le nazioni si accosteranno a questo problema», evidenzia. SBOCCHI DI LAVORO. Ma è anche una grande opportunità per le nuove generazioni perché, soprattutto in Italia, sono pochi gli studiosi che si dedicano a questa particolare branca del diritto: «Attraverso lo spazio si aprono molte possibilità per i giovani, non solo nel diritto. Penso anche alle relazioni internazionali, ad esempio. Sarà sempre più importante avere professionisti in questo ambito», conclude la ricercatrice. •

Nicolò Vincenzi

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