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Il centrodestra riconquista il castello

Il neosindaco Roberto Dall’Oca la sera degli scrutini davanti alle proiezioni elettorali FOTO PECORA
Il neosindaco Roberto Dall’Oca la sera degli scrutini davanti alle proiezioni elettorali FOTO PECORA
Il neosindaco Roberto Dall’Oca la sera degli scrutini davanti alle proiezioni elettorali FOTO PECORA
Il neosindaco Roberto Dall’Oca la sera degli scrutini davanti alle proiezioni elettorali FOTO PECORA

Sindaco al primo colpo. Roberto Dall’Oca, candidato del centrodestra, è il nuovo primo cittadino di Villafranca. Blindatissimo in una coalizione di cinque liste (la sua civica Insieme si può, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Villafranca domani) con 116 candidati, ha confermato i pronostici vincendo con il 63,41 per cento (9.370 voti) evitando il ballottaggio e debuttando con una maggioranza consiliare con due consiglieri in più: 17 più il sindaco. Dall’Oca si è imposto su Isabella Roveroni del centrosinistra con Progetto Villafranca e Idee in cantiere (17,21 per cento, 2.531 voti), Clara Zanetti del Movimento 5 Stelle (6,65 per cento, 984 voti), Lino Massagrande di Noi per voi (5,21 per cento, 770 voti); Andrea Cordioli di Borgo Libero (3,97 per cento, 587 voti) ed Ennio Chiaramonte del Popolo della famiglia (3,61 per cento, 534 voti). Assessore uscente a urbanistica, sport e frazioni, Dall’Oca avrà al suo fianco sei consiglieri della Lega. Il Carroccio infatti non ha confermato l’exploit delle politiche, quando era rientrato nei giochi a Villafranca con il 31 per cento, ma in coalizione ha avuto la percentuale più alta, 19,83, e spunta sei seggi. Grande protagonista di questa tornata elettorale è Forza Italia, risorta dalle sue ceneri con l’11 per cento alle politiche, si è rafforzata di 5 punti assestandosi al 16,53 per cento con 4 seggi e riportando in consiglio senior della politica villafranchese come l’ex vicesindaco Lucio Cordioli. Non ha brillato, pur con un buon risultato, la lista civica del sindaco, Insieme si può, che annoverava pezzi da novanta tra i portatori di voti (che però hanno ridotto di molto le prestazioni) e molti consiglieri uscenti rimasti fuori dalla nuova assemblea: ha fatto il 14,77 per cento conquistando 4 seggi. Molto bene ha fatto anche Fratelli d’Italia giunta all’8,53 per cento e 2 seggi. Al secondo posto, ma ben distante, Roveroni, consigliere di minoranza uscente che torna all’opposizione con altri due seggi per la sua lista e uno per Idee in Cantiere. «Auguriamo al neo sindaco buon lavoro», ha commentato a caldo nella lunga notte elettorale tra domenica e lunedì: «La sconfitta è netta. Ma siamo sui numeri delle politiche, abbiamo una base elettorale che ci è fedele. Questo è il tempo della destra. Siamo orgogliosi del lavoro fatto, nella costruzione di questo progetto si sono manifestate le potenzialità per la ricostruzione della nostra area. È stato un laboratorio in cui giovani e donne hanno dimostrato di essere pronti a divenire classe dirigente». Sempre all’opposizione debutta in consiglio comunale, dopo un decennio di presenza sul territorio, il Movimento cinque stelle con Clara Zanetti: «Fatica e costanza sono state ripagate. Collaboreremo, ma senza fare sconti controllando come vengono spesi i soldi dei cittadini». In minoranza ci saranno anche Massagrande e Cordioli. Il primo si aspettava un successo e mastica amaro: «Gli elettori sono distanti, disaffezionati e disinteressati e votano il simbolo». Per il secondo manca ancora l’ufficialità del seggio, che potrebbe - per ricalcoli - finire a Idee in cantiere. Si attende l’esito in queste ore. Fuori, invece, Chiaramonte: «Siamo ben oltre la media nazionale del nostro movimento e secondi nei paesi con più di 15mila abitanti. E continueremo con incontri a sostenere i nostri valori». Altra protagonista, l’astensione. Dei 25.959 aventi diritto al voto, si sono recati alle urne in 15.069 (58,04 per cento). Schede non valide 293, di cui 75 bianche. Nessuna scheda contestata. •

Maria Vittoria Adami

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