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I sei candidati convergono «Politica culturale deficitaria»

Il pubblico all’incontro della Cisl all’auditorium FOTO SERVIZIO PECORA
Il pubblico all’incontro della Cisl all’auditorium FOTO SERVIZIO PECORA
Il pubblico all’incontro della Cisl all’auditorium FOTO SERVIZIO PECORA
Il pubblico all’incontro della Cisl all’auditorium FOTO SERVIZIO PECORA

Un politica culturale deficitaria lunga un decennio. È l’appunto emerso negli incontri della campagna elettorale di Villafranca, che andrà alle urne domenica, e rilevato da tutti i sei candidati a sindaco, compreso quello espressione dell’amministrazione uscente, l’assessore Roberto Dall’Oca, seppur non delegato alla cultura (l’assessorato per due mandati è stato in capo a Maria Cordioli, candidata oggi nella lista Insieme si può). «Abbiamo investito 250mila euro l’anno, forse poco, ma si può migliorare. Quanto ai contenitori culturali senza contenuti, qualcosa si è sbagliato, ma provvederemo», ha detto Dall’Oca, in lizza per il centro destra (Insieme si può, Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Villafranca domani), all’ultimo dei confronti tra candidati organizzato all’auditorium comunale dalla Cisl e moderato dal segretario provinciale Massimo Castellani. «Sono stati dieci anni di cupezza e Villafranca deve cambiare il passo. I cittadini soffrono la carenza di politiche culturali», ha attaccato Isabella Roveroni, candidata del centrosinistra con le liste Progetto Villafranca e Idee in cantiere. «Un deficit culturale della politica», lo ha definito Lino Massagrande della civica Noi per voi. Il tema è correlato ai luoghi non valorizzati, come il palazzo Bottagisio, ristrutturato, inaugurato e chiuso, e il castello: «Un luogo estraneo al vissuto cittadino», per Roveroni. «Un giardino privato del sindaco sinora, che invece va aperto a tutti con eventi», le ha fatto eco Clara Zanetti del Movimento cinque stelle. «Vogliamo che il castello torni aperto alle famiglie e che sia un luogo in cui si concludano le manifestazioni che iniziano sul corso principale», ha aggiunto Ennio Chiaramonte, del Popolo della famiglia. «Le sale interne vanno affidate alle associazioni perché curino il patrimonio e rispolverino la storia, non solo risorgimentale. All’interno si possono organizzare mercatini mensili», è l’idea di Andrea Cordioli, di Borgo Libero. «Del castello parliamo oggi perché, durante i nostri mandati, è diventato un luogo gradevole. Ora si deve pensare a renderlo vivo», ha risposto Dall’Oca che sul Bottagisio, invece, ha ricordato l’intenzione di coinvolgere la fondazione Cis (iter avviato dal sindaco Mario Faccioli con il presidente Paolo Bertezzolo) e ContemporaneaLab: «Per un alto livello culturale». Su altri temi i sei candidati sono tutti d’accordo, sia chi doveva fare sia chi vorrà farlo: sì alla Grezzanella, all’ospedale, al parco del Tione, a una mobilità sostenibile ovvero ciclabili e stop del traffico in centro. Ma ciascuno ha poi un marchio di fabbrica che per Chiaramonte si traduce nel reddito di maternità: 150 euro da spendere con una family-card negli esercizi individuati dal Comune («Un volano anche per l’economia locale»), e l’introduzione del Fattore famiglia, criterio che sostituirebbe l’Isee. Controllo di vicinato per quartieri più sicuri, case dell’acqua per ridurre la plastica e rispettare l’ambiente, e Comune cardioprotetto sono le parole chiave di Zanetti che lancia anche il progetto Zero-Cento per il parco del Tione sulla scorta dei grandi parchi nord europei. Confronto e amministrazione partecipata, consigli di frazione e messa a frutto delle migliori intelligenze della città sono nel programma di Roveroni che guarda alla mobilità dolce e alla costruzione di un tessuto che sia comunità. Per Massagrande tutto deve partire dalla viabilità (Grezzanella e organizzazione delle strade interne al centro e attorno all’ospedale). E poi asili nidi gratuiti, sicurezza, pulizia e regole, turismo e cultura, parchi e frazioni. Punta sull’esperienza maturata in 10 anni, Dall’Oca: «Abbiamo abbattuto il debito pubblico passando da 39 milioni a 16, pur mantenendo invariati tassazione e contributi a sociale e scuole. È finita l’amministrazione Faccioli. Questa sarà quella di Dall’Oca, sì in continuità, ma se qualcosa si è sbagliato è giusto modificare. Abbiamo progetti, programmi e conoscenza amministrativa». Dall’esperto al neofita: il giovane Cordioli, 25 anni, con una squadra di candidati tra i 18 e i 28 anni ha l’arma del «coraggio, la voglia di imparare e di dire ciò che si pensa in maniera libera». La partecipazione», dice, «è il cuore pulsante della politica». Volge al termine così la breve campagna elettorale 2018, anomala e poco sentita per diversi fattori, dal ritardo delle date all’impasse romana sciolta solo ora con la soluzione M5S-Lega che potrebbe sparigliare le carte nel centrodestra. Ma si sa, al locale, l’elettorato segue altri criteri: la persona su tutto. •

Maria Vittoria Adami

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