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«Era a terra, rantolava Gli si staccava la pelle»

Il luogo dove era solito dormire Vasile, l’uomo trovato ferito e mezzo carbonizzato in stazione
Il luogo dove era solito dormire Vasile, l’uomo trovato ferito e mezzo carbonizzato in stazione
Il luogo dove era solito dormire Vasile, l’uomo trovato ferito e mezzo carbonizzato in stazione
Il luogo dove era solito dormire Vasile, l’uomo trovato ferito e mezzo carbonizzato in stazione

Il primo treno che passa dalla stazione di Villafranca, poco dopo l’alba e con passeggeri in carrozza, è quello che da Verona va a Mantova. Ed era su quel treno che viaggiava Giulia (nome di fantasia perchè la donna vuole mantenere l’anonimato). Ed è stata lei quella che ha dato l’allarme, prima alla centrale operativa delle Ferrovie, visto che la donna è una dipendente e la procedura prevede che in casi di «anomalie» per prima venga informata la società. Ed è subito scattato l’allarme al 118, che a sua volta ha chiamato la Polfer. IL RACCONTO. «Erano le 6.50 ed il treno è arrivato a Villafranca. Ho buttato lo sguardo un poco dopo, oltre la pensilina in cui i passeggeri attendono il treno e ho visto un paio di ciabatte messe in modo scomposto», racconta Giulia, «il mio primo pensiero è stato quello che qualcuno si fosse buttato sui binari. Non è così infrequente». Ma la donna, incuriosita da quelle ciabatte, cammina per qualche metro ed arriva appena fuori dalla stazione e dalla pensilina. Lì, a fianco dei binari, c’è un vecchio caseggiato delle Ferrovie in disuso, dove di solito dorme qualche senzatetto. Ed è lì, sul marciapiedi in cemento, dietro un cespuglio che la testimone trova il corpo dell’uomo. «Ho visto la figura e mi sono avvicinata», descrive la scena la donna, «ho visto che la persona a terra era un uomo. Stava sdraiato a pancia in giù e rantolava. Dalla bocca aveva fiotti di sangue. Spero di dimenticare in fretta quello che ho visto», aggiunge la testimone, «perchè è stato agghiacciante. La vittima aveva il volto tumefatto e gonfio. E aveva le gambe bruciate. Gli arti inferiori erano ricoperti di bolle gonfie, la pelle gli si staccava dal corpo. E a terra c’era nero, come se lui si fosse trascinato cercando di salvarsi, o l’avessero trascinato mentre era a terra». I DETTAGLI. I particolari sono orrendi: «L’uomo non era cosciente, più che respirare, rantolava. Non conosco questo poveretto, ma anche l’avessi conosciuto, non avrei potuto riconoscerlo per come era ridotto. Ho pensato che fossero ore che stava lì. «Aveva un sacco di insetti addosso, forse attratti dal sangue. Mi sono chiesta da quante ore fosse in quella condizione. Ho pensato alle tante storie che si sentono in giro per l’Italia, con clochard picchiati, o dati alle fiamme. Mi sono chiesta se fosse possibile che nessuno lo avesse notato prima. E se sarebbe cambiato qualcosa se questo poveretto fosse stato soccorso subito». È caduto da solo, o è stato aggredito, Vasile? Romeno, 42 anni, sempre ubriaco. Anche l’altra notte aveva un tasso alcolemico superiore a tre nel sangue. Da tempo bazzicava in stazione dove era solito passare le notti. Erano anni che l’uomo viveva in Italia. Nessun precedente. Era stato controllato qualche volta, proprio per quel suo essere senza una dimora, ma era uno che non aveva mai dato fastidio, non era molesto. LA SCENA. «Romania ti amo», c’è scritto così, tra i murales di quei muri che limitano il «binario uno» della stazione e divide il mondo dei «normali» dal mondo di chi vive ai margini e passa l’esistenza da un posto all’altro senza trovare una dimora fissa. Poco lontano dal luogo in cui c’è stato il ritrovamento c’è il cartello, uno di quelli che si trovano nella maggior parte delle stazioni italiane. «Area sottoposta a videosorveglianza». Le telecamere a tutto tondo potrebbero aver registrato qualcosa. Potrebbero aver cristallizzato quegli attimi nella notte. Vasile, la vittima, ha riportato micro fratture facciali multiple, una frattura cranica ed ustioni di secondo e terzo grado agli arti inferiori, che difficilmente lasciano speranze, per le probabili infezioni che possono sopraggiungere. Immaginare che il poveretto possa aver fatto tutto da solo, in questo momento, è una delle ipotesi. Magari svegliatosi con i vestiti in fiamme, cercando di scappare è caduto dal muretto e ha battuto la testa. Oppure è stato sorpreso da qualcuno mentre dormiva, qualcuno che gli ha dato fuoco. Ma non l’ha anche picchiato. La squadra Mobile che sta svolgendo le indagini sequestrerà anche i filmati delle telecamere private, come è prassi fare, nel tentativo di trovare un indizio dal quale partire. •

Alessandra Vaccari

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