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«Dateci una mano per il lebbrosario»

Il medico di Dossobuono rincuora una mamma e il suo bambino appena arrivati in ospedale
Il medico di Dossobuono rincuora una mamma e il suo bambino appena arrivati in ospedale
Il medico di Dossobuono rincuora una mamma e il suo bambino appena arrivati in ospedale
Il medico di Dossobuono rincuora una mamma e il suo bambino appena arrivati in ospedale

Un’opera necessaria che porta con sé la speranza per una valle intera. È l’ospedale Msange Health Centre, nella regione del Morogono nel cuore della Tanzania, che ha da poco compiuto vent’anni di vita. Protagonista è il medico di Dossobuono, oggi in pensione, Giovanni Donadelli. L’ospedale, uno dei pochi e sicuramente il più completo in un’area di oltre duecento chilometri, si è ora arricchito di un nuovo reparto dedicato ai malati di lebbra. La nuova palazzina verrà ultimata nei prossimi mesi, ma servono fondi. «L’idea del lebbrosario arriva da una richiesta che mi è stata fatta un anno e mezzo fa», spiega il medico volontario, «durante una delle mie permanenze in Tanzania dai malati del posto». La struttura messa in piedi dalla missione dei Padri Stimmatini in collaborazione con l’associazione Bertoni, che ha sede a San Leonardo a Verona, conta complessivamente 10mila accessi all’anno. Ci lavorano cinque medici italiani e venti infermieri. Ad oggi i malati di lebbra sono una cinquantina, ma il numero è destinato a salire e l’ospedale sarà in grado di prendersi carico fino a cinquecento degenti. Il centro medico è l’unico nell’arco di moltissimi chilometri e offre la possibilità di curare sul posto chi ne ha bisogno senza costringere a lunghi viaggi con relative spese. Al Msange Health Centre vengono curate diverse patologie. Donadelli, che ha affiancato la sua vita di medico di base nella frazione del villafranchese all’amore per la popolazione africana, spiega: «Vengono ricoverati bambini affetti da malaria, ma facciamo anche prevenzione per l’Aids nella donna e nella trasmissione fra madre e feto e c’è un centro di vaccinazione. Oltre ai tanti parti». È proprio sui parti che i dati danno conforto: negli ultimi cinque anni, infatti, non si registrano decessi di donne dopo aver dato alla luce il proprio bambino. Segno che la linea da seguire è quella giusta e che il reparto di maternità funziona. «C’è un ecografo per la diagnosi e cura che ha dato una grossa mano in questo senso», sottolinea Donadelli. Il cantiere per la costruzione della palazzina dove vengono curati i lebbrosi prevede anche un reparto per i malati di tubercolosi. «Una patologia», spiega ancora il medico, «che per essere affrontata ha abbisogna di costi molto superiori rispetto alla lebbra. Quello a Msange, prosegue, «è l’unico centro di diagnostica che funziona e ora vorremo anche portare avanti un progetto per attrezzare il reparto con laboratorio, degenza, medicazioni e radiologia». «Vorrei inserire anche la teleradiologia», aggiunge. «Questo significa che in ospedale ci sarà un tecnico locale che verrà formato attraverso borse di studio e trasmetterà le lastre a un centro qui a Verona per leggerle e refertarle praticamente in tempo reale». E anche per questo servono ulteriori fondi a favore dei volontari. «Facciamo appello al cuore grande di Verona», conclude Donadelli. «Chiediamo di supportaci per completare quest’opera e per garantire a queste persone di poter trascorrere nella loro terra una vita sana e felice con la propria gente». Per le donazioni è possibile visitare la pagina Facebook: Abcs Associazione Bertoni cooperativa sviluppo. •

N.V.

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