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Il Comune adotta il Manifesto contro odio e offese «online»

Il sindaco Roberto Grison
Il sindaco Roberto Grison
Il sindaco Roberto Grison
Il sindaco Roberto Grison

Camilla Madinelli Stretta del Comune di Negrar contro le parole ostili che circolano in rete, in particolare sui social network. Anche a costo di passare dalle parole ai fatti, cioè d’invitare i negraresi a difendersi dall’aggressività verbale altrui per vie legali e a farlo lui stesso. La giunta ha deciso di aderire a un programma nazionale di contrasto a frasi, dichiarazioni, parole offensive e ingiuriose, volte a denigrare o assalire verbalmente «on line». Più precisamente il Comune di Negrar di Valpolicella, su proposta del vice sindaco Fausto Rossignoli, sposa il «Manifesto della comunicazione non ostile» predisposto da esperti della comunicazione, del marketing, del giornalismo e della rete aderenti all’associazione Parole ostili di Trieste. Ad oggi hanno già sottoscritto il documento una decina di Comuni italiani tra cui Padova, Milano, Torino e Ferrara, nonché alcune università. «L’uso delle parole ostili è ormai un’emergenza sociale», spiega Rossignoli. Per questo, avverte, «il Comune di Negrar di Valpolicella farà informazione tra i cittadini: per spiegare come ciascuno si possa difendere contro le offese sui social e come, nei casi più gravi ed estremi, si possa anche procedere legalmente. Le offese attraverso i social integrano il reato di diffamazione aggravata e sono dunque perseguibili sia sul piano penale che su quello risarcitorio». Anche l’ente locale potrebbe agire in proprio? «Sì, ma solo se si dovesse verificare una condotta diffamatoria che lo riguardasse direttamente», risponde. «Finora non si sono registrate condotte di questo tipo». E se dovessero verificarsi? «In questo caso estremo il Comune valuterà anche in proprio come agire a propria tutela sul piano legale», prosegue il vicesindaco. Ma quello che preme alla giunta guidata dal sindaco Grison non è la guerra a suon di denunce ma la diffusione nel territorio e soprattutto nella testa della gente dei 10 principi del «Manifesto della comunicazione non ostile». «È necessario riportare la parola a un uso corretto e rispettoso delle persone», prosegue Rossignoli. «La nostra comunità deve diventare sempre più una comunità educante e gli amministratori debbono essere i primi a dare il buon esempio». L’associazione Parole Ostili, di fatto, ha elaborato un progetto sociale a tutto campo di sensibilizzazione contro la violenza verbale, nell’intento di ridefinire lo stile con cui si sta sul web e per responsabilizzare gli utenti a scegliere con cura le parole. Partendo dal presupposto che in particolare i social network sono luoghi virtuali e non fisici in cui, però, s’incontrano persone reali. Per questo il primo dei 10 principi elencati nel Manifesto si legge: «Virtuale è reale. Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona». •

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