<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
PARACADUTISMO ACROBATICO

Un tricolore
da Guinness
in cielo

Si sono conosciuti dieci anni fa a Boscomantico e hanno debuttato con un «lenzuolo» di due metri per tre. Ora non li ferma più nessuno. Oscar Polo e Angelo Pirana vogliono lanciarsi con una bandiera di 600 metri quadrati E pensano già di raddoppiarla
In anteprima, distesa su un prato, l’enorme tricolore che Polo e Barana vogliono far scendere dal cielo. Qui l’hanno distesa su  un prato a Soave
In anteprima, distesa su un prato, l’enorme tricolore che Polo e Barana vogliono far scendere dal cielo. Qui l’hanno distesa su un prato a Soave
I lancio con il tricolore

Il centenario della fine della Grande guerra lo hanno celebrato lanciandosi da 600 metri di altezza, srotolando un tricolore da 54 metri quadrati e portandolo in volo in orizzontale: ora Oscar Polo (venezuelano di origini veronesi tornato a San Bonifacio) e Angelo Pirana (di Illasi) sono pronti a entrare nel Guinnes world record con un tricolore di 600 metri quadrati.I due paracadutisti che si sono conosciuti una decina di anni fa all'aeroporto di Boscomantico, per realizzare il loro sogno hanno anche costituito la Crw Italia, associazione sportiva dilettantistica con sede a Illasi, che ha nell'acronimo solo una parte della loro specialità: Crw sta per Canopy relative work, cioè la specialità acrobatica con la quale formazioni di paracadutisti «disegnano» figure a vela aperta con prese e rilasci in volo. «Noi, però, facciamo di più e siamo gli unici in Italia», assicura Polo, «e tra i venti paracadutisti che praticano questa disciplina in Europa. Noi facciamo lanci di coppia sincroni e vincolati e, nel caso delle bandiere che apriamo in volo, non le srotoliamo in verticale ma le stendiamo e le facciamo volare in orizzontale».Sono pochissimi a cimentarsi in questa disciplina, «perché è decisamente pericolosa, per l'alto rischio di avvitamento tra noi, quanto impegnativa. Non esiste alcuna scuola che insegni come fare, e beh... ci siamo detti che a colmare questa lacuna potevamo essere proprio noi!».Il loro avvicinamento alla costruzione della performance con cui entrare nel Guinness dei primati lo hanno fatto mettendo in fila un centinaio di lanci test e bandiere via via sempre più grandi: «Abbiamo debuttato con una bandiera due metri per tre per un onomastico e lo scorso anno portando in volo una bandiera del Venezuela di 5 metri per 6. Il 4 novembre, all'aeroporto di Thiene, dove da tempo ci alleniamo, abbiamo fatto il test con il tricolore da 6 metri per 9, la Baby. Ora», racconta Angelo Pirana, «aspettiamo solo di avere una piazza per presentare, a primavera, il Guinnes world record con il tricolore da 20 metri per 30, la Big».Non la racconta proprio tutta Pirana, ma ci pensa Polo a completare la storia: «Siccome per conseguire un nuovo primato basta aumentare del 30 per cento le dimensioni della bandiera, pensiamo già a raddoppiare volando con una doppia Big da legare insieme per arrivare a 1.200 metri quadrati. Tecnicamente è possibile, abbiamo approfondito bene la cosa con alcuni ingegneri. Potrebbe essere un tricolore, ma noi stiamo invece pensando alla bandiera del Veneto!».La Big del primato ce l'hanno già pronta: l'hanno fatta preparare, a proprie spese, da una veleria di Roma. «Ci vorranno dai 10 ai 20 lanci per fare il test, soprattutto perché la bandiera pesa 45 chili. Abbiamo già studiato la soluzione al problema dei contrappesi tra me che porterò la bandiera e Angelo: lui porterà in volo un recipiente d'acqua, a imboccatura rovesciata, che scaricherà gradualmente nel momento in cui lo aggancerò con la bandiera», spiega Polo.Quarantacinque chili di sola bandiera, va precisato, a cui va aggiunto il peso di imbragatura e moschettoni. «Non ci sono teorici, scuole o istruzioni per questo tipo di disciplina», rimarca Pirana, «noi abbiamo fatto tesoro dei nostri lanci ma, soprattutto, abbiamo studiato, incontrato esperti del Crw, fatto test ed esperienze con costanti piccoli passi senza contare il moltissimo tempo che dedichiamo all'allenamento a terra. Per noi la sicurezza è al primo posto», spiega, «ed è proprio per questo che all'aeroporto di Thiene ci accolgono a braccia aperte».Altrove gli davano dei matti, perfettamente in linea con molti commenti che accomunano sia i neofiti che i paracadutisti esperti: «Ci siamo abituati», conferma Polo, «ma noi siamo felici e di una felicità che, consapevolmente, poggia su un enorme lavoro sui sistemi di sicurezza». Polo, 35 anni, si è avvicinato al paracadustismo nel 2005: un lancio in tandem per provare l'ebbrezza del papà Andrea (l'imprenditore sambonifacese ucciso in Venezuela nel 2016 da un killer ancora senza volto) che era stato paracadutista militare e poi pilota di ultraleggeri. Un amore istantaneo che due anni dopo è diventato un brevetto per la caduta libera e 650 lanci all'attivo. L'aria è diventata il suo elemento, anche se si ritrova vestito da Babbo Natale a penzoloni sotto un parapendio occupato da un istruttore e un bambino e pure un selfie stick in mano, o se pende da una mongolfiera sempre nei panni di Santa Claus: sono alcune delle performance che lo hanno visto protagonista tanto in Venezuela quanto in Italia per iniziative solidali. Pirana nel giugno prossimo approderà al mezzo secolo di vita: parte da un brevetto militare coltivato fino ad arrivare a 3.000 lanci. Dal 2004 affina la tecnica della collisione controllata e dell'aggancio con altri paracadutisti per formare figure in volo, il cuore del Crw. L'apertura dei paracaduti avviene a brevissima distanza dal lancio, e questa è una delle insidie maggiori: polizze assicurative? «Ne abbiamo», certifica Polo, «anche se non ne esiste una specifica sui lanci vincolati. Noi cerchiamo di pensare a tutto, ci parliamo grazie a cuffie e microfono bluetooth sotto il casco e la cinghia di vincolo testata. Ne utilizziamo una che ha una resistenza da 2 tonnellate... quella da 500 chili era infatti ceduta».A sentirli non li ferma nessuno. «Ci siamo detti che se nessuno è il teorico di questa specialità e nessuno ha fatto record simili (perché se è vero che la bandiera più grande da 1000 metri quadrati ce l'ha la Folgore è anche vero che i lanci Crw-Side by side non li fa), quel qualcuno potevamo essere noi!». L'idea c'è, la bandiera anche: serve una piazza dove poterla presentare per annunciare il Guinness world record, ma anche una location dove questo record metterlo in scena e magari pure qualche sponsor (il contatto è 373.8147463 o, su Instagram, paracadutismo_ c.r.w_italia). «Beh...su Google hearth ho inserito con le giuste proporzioni il tricolore da 600 metri quadrati sia in piazza Bra che in Arena...e ci stanno», dice strizzando l'occhio Polo. «E Venezia no?», gli fa eco Pirana. Probabilmente è questo l'unico frangente in cui due aspiranti recordman non si capiscono... al volo.

Paola Dalli Cani

Suggerimenti