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E la Regione scarica le responsabilità sulle Province

Protezione civile
nella bufera: in 300
senza il diploma

Il responsabile dell’unità operativa, Armando Lorenzini
Il responsabile dell’unità operativa, Armando Lorenzini
Il responsabile dell’unità operativa, Armando Lorenzini
Il responsabile dell’unità operativa, Armando Lorenzini

La bufera sulla protezione civile, scoppiata a seguito delle dimissioni del formatore provinciale e coordinatore del gruppo comunale di Pressana, Marco Grazia, sta provocando una serie di reazioni a catena a livello locale e provinciale.

 

Il problema della mancanza di attestati che certifichino la frequenza ai corsi base, preoccupa da tempo il dipartimento di protezione civile della Provincia. Lo stesso Armando Lorenzini, responsabile dell’Unità operativa provinciale, riferisce di aver contattato il direttore regionale dell’Ufficio formazione della protezione civile, Giuseppe Porcellato, e di aver chiesto un aiuto per velocizzare la regolarizzazione della posizione dei volontari.

 

«A volte riesce difficile ricostruire per ciascun volontario il dato storico sulla frequentazione dei corsi, specie per quelli organizzati negli anni passati», dice Lorenzini. «abbiamo avuto un periodo di 6 mesi segnato dall’emergenza Covid che ci ha assorbito completamente. Allo stesso tempo, ha avvicinato molte persone al volontariato. Purtroppo, nell’ultimo biennio, abbiamo avuto molti problemi di organico», si giustifica Lorenzini, che ricorda di aver avuto un solo collega nell’Unità operativa per un certo periodo, «ed eravamo partiti in quattro». Da marzo, fortunatamente, è arrivato un impiegato di rinforzo, però con la pandemia in atto non è stato ancora possibile lavorare in gruppo a pieno regime.

 

«C’è stato un cambiamento normativo che ha reso l’iter un po’ più complicato. Un tempo organizzavamo noi i corsi e davamo direttamente gli attestati ai corsisti. Dal 2017, invece, con la nuova delibera regionale, i corsi sono approvati dalla Regione. Spetta ad essa inviare successivamente l’attestato di avvenuta partecipazione», spiega Lorenzini. Si stima che siano oltre 300 le persone della provincia scaligera che, pur avendo superato i corsi, sono tuttora senza attestato. La Provincia, infatti, ha un ampio turn over di volontari. Può disporre di un buon numero di formatori e organizza due corsi base all’anno, con la presenza di 80 aspiranti volontari ciascuno.

 

L’assessore regionale alla Protezione civile Gianpoalo Bottacin non intende intervenire sulla vicenda. Fa capire tuttavia che l’onere della dimostrazione dell’avvenuta partecipazione ai corsi spetta alle Province. Peraltro, a sentire la Regione, il problema dei ritardi nella consegna degli attestati c’è solo a Verona; le altre province non avrebbero lo stesso problema. Intanto, il sindaco di Pressana, Renato Greghi, sta tentando il tutto e per tutto per non perdere il proprio caposquadra e formatore. «Credo nell’attività di sostegno alla popolazione da parte della protezione civile ma credo soprattutto nella capacità di prevenzione e nella necessità di una continua formazione, che evita l’aggravarsi di certi rischi in caso di calamità», dice.

 

«Grazia, in questi anni, è riuscito ad offrire gratuitamente e con passione un grande servizio a Pressana e nei comuni vicini. Se renderà ufficiali le sue dimissioni io darò le mie in Consiglio comunale». Il sindaco annuncia che il progetto di costituire il Gruppo intercomunale di protezione civile con Bevilacqua e Zimella andrà avanti e, forse, coinvolgerà anche altri Comuni dell’Adige Guà. Sui volontari senza attestato promette: «Faremo di tutto affinché abbiano la copertura assicurativa e la tranquillità di poter operare in sicurezza».

Paola Bosaro

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