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«Lo rivedrò negli occhi di mia nipote»

Emanuele Radicini aveva da poco concluso il suo lavoro a Gardaland
Emanuele Radicini aveva da poco concluso il suo lavoro a Gardaland
Emanuele Radicini aveva da poco concluso il suo lavoro a Gardaland
Emanuele Radicini aveva da poco concluso il suo lavoro a Gardaland

La mamma di Emanuele Radicini è distrutta. Il giorno dopo l’incidente in cui il figlio ha perso la vita a bordo della sua Suzuki bianca, porta con sé solo un grande vuoto. Il 23enne lascia una figlia nata quando aveva solamente vent’anni. Oggi la piccola ha tre anni e vive con la mamma a Povegliano. «Mia nipote adesso è la mia unica ragione di vita», dice con la voce rotta Francesca Italia, che in un istante ha perso quanto di più caro aveva. «Negli occhi della piccola rivedo quelli di Emanuele. Hanno lo stesso sguardo, sono praticamente identici». Non trova pace la mamma del motociclista, che si era trasferita da poco con il marito da Palermo a Povegliano, proprio per stare vicino al figlio e alla nipote. In via Giotto, da sabato, quandi si è sparsa la notizia della tragedia, c’è un continuo via vai. Sono saliti dalla Sicilia anche i parenti più stretti. Tutti tranne la sorella maggiore di Emanuele Radicini: è incinta e impossibilitata a prendere un aereo che la possa far atterrare a Villafranca. «È rimasta a casa, distrutta. Vorrebbe salire, ma non può. È dilaniata dal dolore», racconta la signora Francesca. E aggiunge: «Emanuele era orgoglioso di questa gravidanza e aspettava con ansia la nascita del maschietto che arriverà a brevissimo. Lui, però, non lo potrà mai conoscere», soggiunge trattenendo a stento le lacrime. I funerali del ventitreenne non sono ancora stati fissati e di sicuro non potranno essere celebrati prima di mercoledì. Solo nella giornata di domani, probabilmente, verrà organizzata una veglia in chiesa per la recita del rosario. «Devono ancora farmelo vedere. Io e mio marito andremo all’obitorio domani mattina (oggi per chi legge, ndr) per il riconoscimento», riprende la mamma. La signora Italia stava svolgendo il suo turno a Gardaland, come ogni giorno, quando ha saputo della tragedia. «Sono arrivati degli amici e mi hanno informato. L’ho saputo quasi due ore dopo», sospira con un filo di voce. È sempre gentile mamma Francesca, anche davanti a un lutto così grande. Sono parole d’amore quelle che le escono sottovoce. Sono le parole di una mamma che non potrà più rivedere il sorriso del figlio, se non in quello che le resta. In un dono, come lo chiama lei, la nipote di tre anni. «Era un ragazzo meraviglioso. Sempre pronto ad aiutare gli altri e disponibile», assicura. Una passione travolgente quella del giovane Radicini per le moto, come hanno raccontato anche tanti amici. Proprio grazie a questo amore era riuscito a tessere in paese, dove viveva da qualche anno, nuovi rapporti. Il 23enne, che da poco aveva terminato un contratto di lavoro a Gardaland, sabato mattina si era dato appuntamento per bere un caffè a Villafranca con altri tre ragazzi di Vigasio conosciuti due giorni prima, con lo scopo di trascorrere qualche ora in moto. Pochi minuti dopo la partenza, il tremendo incidente sulla strada provinciale che congiunge proprio Villafranca con Valeggio. Quell’uscita, senza una metà precisa, decisa all’ultimo con i suoi nuovi amici, non era nient’altro che un modo per potersi godere uno straordinario sole di dicembre. È stata tragicamente interrotta. Nel tentativo di frenata dopo un sorpasso, Emanuele Radicini ha perso il controllo della moto finendo sotto le ruote dell’auto che sopraggiungeva in senso contrario. L’impatto è stato fatale. Sul posto sabato mattina è arrivato anche l’elicottero di Verona emergenza, ma il motociclista è morto sul colpo e i sanitari non hanno potuto far altro che constatare l’avvenuto decesso. •

Nicolò Vincenzi

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