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Lite con il gestore Da sei mesi alpini senza bar

La baita degli alpini di Raldon di San Giovanni Lupatoto FOTO AMATO
La baita degli alpini di Raldon di San Giovanni Lupatoto FOTO AMATO
La baita degli alpini di Raldon di San Giovanni Lupatoto FOTO AMATO
La baita degli alpini di Raldon di San Giovanni Lupatoto FOTO AMATO

C’è una controversia legale fra il gestore del bar e il gruppo alpini di Raldon di San Giovanni Lupatoto alla base del mancato funzionamento dello stesso bar della baita di via Ederle 17. Dal 1° maggio l’esercizio commerciale «alpino» ha chiuso i battenti perché il Comune non ha rinnovato la licenza commerciale all’attività. Ma questa mancata autorizzazione deriva dalla decisione degli alpini raldonati di rientrare in possesso del bar per gestirlo direttamente, senza più un esterno affidatario del servizio. Il gestore ovviamente non è dello stesso parere e si è rivolto agli avvocati. La storia ha radici lontane. Nel 2006 fra le due parti (alpini e barista) viene stipulato un contratto di comodato che scade nel 2012 per la gestione dei locali del bar (la licenza di somministrazione di bevande viene regolarmente autorizzata dal Comune), All’inizio del 2012 il gruppo alpini di Raldon dava disdetta del contratto di comodato. Qui comincia la prima contrapposizione fra alpini e gestore, risolta con un atto di transazione in base al quale il rapporto contrattuale veniva «prorogato», tra le medesime parti, fino al termine del 30 aprile 2015. Per gli alpini si tratta di un accordo, sottoscritto anche dal gestore, per chiudere definitivamente e bonariamente il comodato. Gli avvocati del gestore a posteriori ritengono però che tale atto non si configuri come un comodato ma che si tratti di vera e propria locazione commerciale, che per la legge dura 12 anni (sei anni più sei) per cui la scadenza contrattuale si sposta al 2024. Il nuovo rapporto contrattuale, a differenza del precedente, infatti prevedeva il versamento, da parte del barista, di un corrispettivo mensile di 450 euro in favore del gruppo alpini. Gli alpini raldonati e i loro avvocati non sono d’accordo con la controparte: nell’ottobre 2016 inviano una raccomandata per la disdetta del contratto stipulato nel 2006 e nel 2017 informano il Comune che non intendono concedere i locali del bar al gestore oltre il termine del 30 aprile 2018. Il gestore, nell’aprile di quest’anno, ritenendo che il rapporto contrattuale con gli alpini sia in corso, chiede la proroga dell’autorizzazione per la somministrazione di alimenti e bevande ma il Comune fa presente che non può fare altro che prendere atto della volontà espressa dal gruppo alpini (che intendono riprendersi la gestione del bar della baita, ritenendo concluso il contratto). I legali del gestore ritengono questa posizione del Comune un vero e proprio diniego alla richiesta di proroga dell’autorizzazione per il bar e presentano ricorso al Tar. Alpini e gestore, oltre a percorrere le vie giudiziarie, esperiscono anche la strada del procedimento di mediazione civile, ma non si riesce a trovare un accordo. Risulterebbe che sono state ipotizzate svariate soluzioni con diverse cifre di indennizzo, modificate nel tempo, senza riuscire però a giungere a concludere. «La baita è del gruppo alpini di Raldon che per volontà espressa con tanto di voto, vuole rientrarne integralmente in possesso in quanto il contratto con il gestore è scaduto», dichiara Nicola Fedrigo, capogruppo delle penne nere. «Vogliamo riavere la struttura anche per permettere l’esecuzione delle opere di adeguamento e ammodernamento progettate dall’amministrazione comunale e poi gestirla direttamente». La questione è complessa anche dal punto di vista giudiziario-civilistico. Tutto lascia credere che la vertenza andrà nelle mani di un giudice per la decisione su chi abbia ragione. Intanto il bar posto al piano rialzato della baita resta chiuso e le penne nere svolgono l’attività sociale e ricreativa negli spazi del piano interrato. •

Renzo Gastaldo

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