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Risveglio con i lupi a Campofontana

I due lagotti romagnoli Kora e Lolli nella loro casettaGiovanni Gemma con la scacciacani con la quale ha sparato per spaventare i lupiGemma con i suoi cani
I due lagotti romagnoli Kora e Lolli nella loro casettaGiovanni Gemma con la scacciacani con la quale ha sparato per spaventare i lupiGemma con i suoi cani
I due lagotti romagnoli Kora e Lolli nella loro casettaGiovanni Gemma con la scacciacani con la quale ha sparato per spaventare i lupiGemma con i suoi cani
I due lagotti romagnoli Kora e Lolli nella loro casettaGiovanni Gemma con la scacciacani con la quale ha sparato per spaventare i lupiGemma con i suoi cani

Risveglio coi lupi sotto le finestre di casa domenica mattina per Giovanni Gemma e la sua famiglia. L’imprenditore sanmartinese ha una casetta in contrada Grisi, una vecchia stalletta cimbra che è diventato un angolo di paradiso per lui, che è appassionato di natura e per i due lagotti romagnoli Kora e Lolli, di 5 anni e di 18 mesi, che lo accompagnano nei boschi alla ricerca di tartufi. Ma questa volta le prede dovevano essere proprio loro. «Da giorni sentivo i cani irrequieti e questa notte (ieri, ndr) è stato davvero un abbaiare più furioso del solito. Mi sono affacciato alla finestra della camera e ho visto due esemplari di lupi, saranno stati alti 90 centimetri al garrese, che giravano attorno al recinto che precedere la casetta dove tengo rinchiusi i cani». L’imprenditore ha acceso una grossa torcia elettrica e l’ha puntata sul prato davanti a casa dove nel frattempo si erano presentati i due predatori, a una quindicina di metri dall’abitazione e a pochi passi dal recinto dei cani. «È stato a quel punto che ho preso in mano la pistola scacciacani e sparato un colpo in aria: i due lupi hanno avuto come un sussulto e si sono allontanati, per la verità senza troppa fretta e paura, trotterellando verso il sentiero del bosco», racconta Gemma. «Fare un incontro del genere e avere i lupi sotto casa non è il massimo della vita», ammette, mostrando ancora la pelle d’oca, «è stato anche bello vederli, ma è meglio che stiano altrove, quantomeno non vicino a casa». Eppure non è nuovo a incontri ravvicinati di tipo pericoloso: non qui, ma in Valpolicella, si è visto a faccia contro muso con un cinghiale: «So per esperienza che devo tenermi lontano dai cespugli, solo che il cane, che era entrato poco prima, non usciva più e mi sono avvicinato per capire che cosa stesse succedendo, quando chinandomi ho messo i miei occhi in asse con quelli di un cinghiale, che dopo un grugnito è saltato fuori dalla macchia inseguendomi. Avevo la scacciacani in tasca, ma nel panico, l’unica cosa che ho pensato è stata di darmela a gambe levate e ho corso così forte da arrivare in un baleno all’auto, precedendo anche il cane, arrivato poco dopo zoppicando ma per fortuna senza ferite». «Qui per i lupi è anche un problema di sicurezza. Dicono che non aggrediscono le persone, però finché non lo incontrano», conclude. La presenza dei lupi in zona è confermata dalle predazioni, l’ultima la settimana scorsa a Malga Porto di Sotto ai danni di una manza, ma anche dai racconti della gente: «A inizio luglio, alle 7 di mattina aspettavo due miei collaboratori per andare a lavorare insieme», racconta Claudio Fainelli, imprenditore edile. «Ero sotto la colonia dei campi Saf a pochi metri dall’arena dove si radunano i ragazzi e gli educatori tutte le sere e dal campo sportivo della struttura, quando ho visto un lupo inseguire una capriola. Ne sono certo perché vive nel bosco sotto casa mia ai Furlani, dove ogni anno ha una cucciolata. Io non sono cacciatore, ma mi piace vedere gli animali liberi pascolare attorno a casa. L’ho rivista dopo qualche giorno evidentemente per questa volta scampata alle fauci del lupo». •

Vittorio Zambaldo

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