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Predazioni da lupo, altre quattro vittime

Un lupo ripreso da una telecamera durante la realizzazione di un documentario
Un lupo ripreso da una telecamera durante la realizzazione di un documentario
Un lupo ripreso da una telecamera durante la realizzazione di un documentario
Un lupo ripreso da una telecamera durante la realizzazione di un documentario

Se maggio si è chiuso con un bilancio impressionante di predazioni da lupo - 35 eventi predatori e 54 vittime totali da inizio anno, 36 solo nell’ultimo mese - giugno non è iniziato meglio. Domenica 2 sono stati predati due vitelli a Erbezzo, lunedì un altro a Velo e ieri mattina una bovina a Malga Gabiola, sempre a Velo. Quest’ultima è la quarta vittima di un’azienda condotta da un venticinquenne di Roverè che ha perso ben quattro capi importanti nel giro di una ventina di giorni: «Ci hanno consigliato di portare a casa le manze», dice sconsolato, con la prospettiva di lasciare il pascolo incolto, di aver pagato inutilmente l’affitto della malga e di doversi ancora sobbarcare i costi di un’alimentazione artificiale a fieno e granaglie in stalla quando sarebbe abbondante l’erba verde e fresca della malga, di non ricevere i contributi assegnati per il pascolo che non è potuto avvenire. Ma quello che fa più impressione, come documenta il video girato dal fratello, sul posto, della predazione, è l’agonia del povero animale, con le ossa messe a nudo. Centinaia le condivisioni e i commenti di persone che invocano una soluzione rapida e definitiva, anche per la povera bestia attaccata ma soprattutto per il lupo e non mancano le critiche dure a chi li difende. Ma che cosa sta succedendo in Lessinia? In questo periodo, negli anni passati, eravamo appena all’inizio della conta delle predazioni e i vertici si toccavano da metà agosto a inizio ottobre, nel periodo centrale e conclusivo dell’alpeggio. Quest’anno sembra che il banchetto venga preparato in anticipo e con abbondanza. Eppure, sulla base delle osservazioni fatte da carabinieri forestali e polizia provinciale, anche con l’aiuto di fototrappole, non c’è un aumento di individui nel branco della Lessinia. Oltre a Slavc e alla sua compagna Giulietta, sono presenti, al momento, altri due individui: probabilmente uno nato nel 2018 e uno più vecchio. Giulietta è stata fotografata gravida lo scorso aprile e in questo periodo è in tana ad accudire la prole nata una quindicina di giorni fa. A predare ci sono sicuramente Slavc e due suoi figli che operano nella Lessinia centrale e raramente scendono in Val d’Illasi, dove invece è presente sicuramente il gruppo del Carega, formato da una coppia in cui il maschio dominante è figlio di Slavc e Giulietta. Ci sono dubbi, ma qualcuno parla con certezza dell’esistenza di un altro branco, più a sud, in Val d’Illasi, responsabile delle predazioni che ci sono state a Selva di Progno fino a Badia Calavena: si tratta di ipotesi non ancora confortate da dati: se fosse confermato potrebbe essere il terzo branco fra Lessinia e Carega. Ma come si spiega questa accelerazione di predazioni primaverili? Sicuramente ha influito il meteo con forti nevicate tardive in alta quota che hanno spinto molta selvaggina, in particolare ungulati, a scendere a valle e questo ha portato il branco del Carega a seguirla anche a quote che solitamente non frequenta. Fattore determinante per la predazione sui domestici potrebbe essere l’età di Slavc: ricordiamo che il lupo di stirpe dinarica, radiocollarato per ragioni di studio in Slovenia nell’estate del 2011, aveva allora circa due anni: un decennio per un animale selvatico che vive nelle sue condizioni sono un traguardo ragguardevole e la stanchezza potrebbe farsi sentire. È sempre il capobranco a decidere la strategia di caccia e nelle sue condizioni può essere più opportunistico rivolgersi a prede facili come gli animali domestici non custoditi e ignari del destino che li aspetta, rispetto a un selvatico più vigile e snello nei movimenti. Siamo nel campo delle ipotesi ma forse non molto lontani dalla verità di una stagione che si vorrebbe chiudere in fretta e senza altri danni, ma che si è annunciata già dolorosissima. •

Vittorio Zambaldo

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