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«Morì e riprese a grandinare»

Un’ inedita sulla figura di don Angelo Vinco l’ha fornita la poetessa di Cerro, Nerina Poggese, raccolta dal suocero: «Nell’ultima sua visita ai parenti, prima di tornare in Africa, i compaesani si lamentavano di restar soli con la grandine che aveva appena distrutto il raccolto. Si dice che don Vinco avesse promesso che finché fosse stato vivo la grandine non sarebbe più tornata. Così successe per diversi anni, finché la tempesta tornò e allora la gente si chiese se fosse morto il missionario e la conferma arrivò dopo mesi, con i tempi con cui viaggiavano allora le notizie». «Senza don Vinco non avremmo avuto la passione di Comboni per l’Africa, perché la sua idea originaria era di andare in Giappone ma i racconti dei viaggi del sacerdote mazziano lo affascinarono», ha ricordato il direttore di Nigrizia, Efrem Tresoldi, «come lo affascinò il metodo di don Vinco di entrare nella cultura locale, assumendone i costumi e soprattutto la lingua». Uno stimolo per chi opera nel mondo della missione: «Questa divenga anche la nostra spinta: conoscere e capire gli africani che incontriamo per vincere la paura della sostituzione etnica, concetto che risale al nazismo».

V.Z.

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