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Lupi, tre branchi e predazioni in aumento

Un esemplare di lupo
Un esemplare di lupo
Un esemplare di lupo
Un esemplare di lupo

Sono state liquidate o lo saranno entro l’anno tutte le domande di indennizzo per le predazioni da grandi carnivori in Veneto. Lo assicura l’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan che fornisce anche i dati sulle predazioni aggiornati a fine novembre: sono finora 192 gli attacchi dei lupi al bestiame domestico delle aziende venete, con un danno di 393 capi morti e 63 feriti. Per la Lessinia i dati disponibili fino al 9 novembre parlano di 104 capi uccisi e 12 feriti, in un totale di 73 episodi predatori. Dopo il calo significativo dello scorso anno (102 capi predati in 48 eventi) si deve dunque registrare una nuova ripresa dell’attività dei lupi che non è al massimo per numero di vittime (158 in 99 eventi per la sola Lessinia veronese e vicentina nel 2017) ma certo lascia degli interrogativi se non altro per il raddoppio degli attacchi: da 99 del 2017, a 48 lo scorso anno, per tornare agli 80 (dato ufficioso) di quest’anno. Le spiegazioni per questo tipo di comportamento sono molteplici. Intanto il numero di branchi presenti in Lessinia, diventati tre: dai monitoraggi portati avanti dai carabinieri forestali e dalla polizia provinciale è ormai assodato che la coppia alfa (Slavc e Giulietta) che ha dato origine al branco della Lessinia sia rimasta sola: dalle fototrappole è scomparso il nato di quest’anno, che era l’unico certo della settima gravidanza da quando la coppia si è costituita in Lessinia (2012). In compenso hanno dimostrato tutta la loro vitalità due esemplari che lo scorso maggio hanno imperversato sull’altopiano portando a termine fra Velo e la Val d’Illasi ben 24 attacchi in un mese. Non è ancora chiaro se si tratti di due giovani separatisi dai genitori Slavc e Giulietta: il fatto che occupino parte del territorio della coppia alfa lo fa supporre, ma bisognerà attendere il riscontro delle analisi genetiche per poterlo affermare con certezza. Il fenomeno è comunque conosciuto e studiato in letteratura e accade quando una coppia giovane si prepara a subentrare a una più anziana: cresce il numero di attacchi, spesso condotti da esemplari inesperti, con molti danni e relativamente poche uccisioni e minimo consumo di carne, come fosse una specie di allenamento alla predazione per dimostrare di essere capaci di fare da soli. È ben consolidato invece il cosiddetto branco del Carega con almeno cinque cuccioli nati la scorsa primavera e che si muove fra Campobrun, Malga Terrazzo e Campofontana. La presenza di tre banchi con un numero tutto sommato limitato di capi non basta comunque a spiegare le ragioni dell’aumento di predazioni: si registra purtroppo anche un calo delle difese. Quest’anno non tutti i recinti forniti dalla Regione sono stati montati: il calo di predazioni nel corso del 2018 aveva illuso qualcuno di poter allentare i sistemi di difesa, ma il risultato è stato disastroso. Infine i dati vanno anche interpretati: quest’anno ci sono state diverse vittime di predazione fra gli ovini e ogni attacco nel gregge comporta un elevato numero di morti e feriti, a differenza di quanto accadde quando i lupi attaccano una mandria di bovini, con in genere uno o al massimo due esemplari colpiti. Secondo i dati del monitoraggio regionale, sono sicuramente aumentati i nuclei territoriali di lupi presenti sul territorio del Veneto: sono stimabili in 12 nuclei stabili, compresi quelli che vivono al confine con le province di Trento e Pordenone e i 4 nuovi branchi, da definire tali solo quando si è in presenza di prole. La Regione ha finora liquidato, o ha in previsione di farlo entro fine anno, tutte le domande di indennizzo inoltrate, giudicate ammissibili: fino a tutto novembre erano 157 per l’intera regione e per un totale di 196.905 euro contro un totale di 204.684 euro destinato allo scopo per le predazioni avvenute nel 2018. Tra le iniziative adottate per la prevenzione delle predazioni ci sono 62 domande riferite a bando su fondi regionali Avepa, finanziate per 120mila euro totali, mentre sono in istruttoria altre domande per 500mila euro riferite a bandi per l’acquisto di sistemi di protezione previsti dal Piano di sviluppo rurale. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Vittorio Zambaldo

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