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La proposta per eliminare i lupi finisce sul tavolo del ministero

Il Consiglio regionale ha approvato con 28 voti favorevoli, nove contrari (Pd e M5S) e quattro astenuti il progetto di legge statale sulle misure di prevenzione dei danni provocati dai grandi carnivori. Inoltre, prevede «il contenimento delle popolazioni in esubero rispetto alla sopportabilità del territorio ed alla loro compatibilità con le attività antropiche». il documento messo ai voti è stato avanzato dai consiglieri Sergio Berlato (FdI), Nazzareno Gerolimetto (Lista Zaia), Gianpiero Possamai e Nicola Ignazio Finco (Lega) e Stefano Valdegamberi (Gruppo misto). Si tratta in pratica di una proposta di legge che la Regione porta all’attenzione del Parlamento, perché possa essere trasformata in legge nazionale. È costruita su due soli articoli. Il primo affronta le misure di prevenzione e di contenimento e prevede che le Regioni, «a condizione che non esista altra soluzione valida e che non si pregiudichi il mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle popolazioni nella loro area di ripartizione naturale, sentito l'Istituto superiore di protezione e ricerca ambientale (Ispra), possano consentire, in condizioni rigorosamente controllate, su base selettiva ed in misura limitata, la cattura o il prelievo di un numero contenuto di taluni esemplari della specie Canis lupus». L’articolo della proposta spiega che le finalità sono la protezione della fauna e la conservazione degli habitat naturali. Inoltre, «per prevenire gravi danni all'allevamento; per perseguire l'interesse della sanità e della sicurezza pubblica o rispondere ad ulteriori motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi quelli di natura sociale o economica, con conseguimento di esiti positivi di primaria importanza per l'ambiente; per finalità didattiche e di ricerca». Il secondo articolo prevede che ci sia una relazione annuale alla presidenza del Consiglio dei ministri ed alla Commissione europea sull'esito della gestione della specie. «Il Veneto, insieme alle altre regioni del Nord, chiede da tempo che il ministro all'Ambiente, Sergio Costa, riveda la legge nazionale di tutela del lupo, con deroghe che prevedano il contenimento di quei soggetti considerati particolarmente confidenti e pericolosi. Richiesta che è rimasta inascoltata», ha denunciato durante la discussione in aula l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan. «Manca un piano di gestione nazionale che deve attribuire alle Regioni la facoltà di applicare delle deroghe sul lupo, come accade in altre nazioni», ha aggiunto Pan, «e mi auguro che questo progetto di legge sia convertito dal Governo in legge nazionale prima della prossima stagione dell'alpeggio, altrimenti il settore dell'allevamento in montagna rischia l'estinzione». «È una proposta da ambientalismo maturo del Nord Europa», ha precisato il consigliere veronese Stefano Valdegamberi, «dove non c’è nessuna remora a tenere sotto controllo il numero di lupi. In tutta la Norvegia, che è grande come l’Italia e ha tanti abitanti quanti il Veneto, sono censiti appena 76 lupi, meno dell’ottantina che si stima ci siano nella nostra Regione. Ma qui sono intoccabili, mentre in Norvegia nel 2018 è stato autorizzato l’abbattimento di 48 capi ed è un paese preso a modello dall’ambientalismo mondiale: nessuno vuole l’estinzione dei lupi, ma un loro contenimento». Di parere opposto è Chiara Tosi, coordinatrice regionale Lipu e membro della Comunità del Parco della Lessinia: «A pochi giorni dal Natale, la Regione tenta di dare via libero allo sterminio del lupo, dando la colpa al ministro Costa, che invece ad aprile aveva dato vita a un piano di gestione risolutivo». •

V.Z.

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