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In regalo gli impianti di San Giorgio

COM’È  adesso la piana di San Giorgio dopo la «sanificazione» della Nordwind
COM’È adesso la piana di San Giorgio dopo la «sanificazione» della Nordwind
COM’È  adesso la piana di San Giorgio dopo la «sanificazione» della Nordwind
COM’È adesso la piana di San Giorgio dopo la «sanificazione» della Nordwind

Seggiovia del Gaibana e skilift del Valon in regalo al prezzo simbolico di 1 euro. La proposta «pazza» ma seria è dell’ imprenditore Renato Canteri, amministratore unico di Nordwind, la società che ha rilevato il fallimento di Nuova Lessinia spa, titolare fino allo scorso anno degli impianti di risalita di Malga San Giorgio. Da venti giorni, con i familiari e una quindicina di dipendenti sta sgomberando l’area e i garage di tutto l’accumulo inutile di 50 anni di attività. In un blitz durato un giorno ha svuotato la sala macchine della seggiovia di tutto quanto era ancora utilizzabile come quadri elettrici e comandi dell’impianto, abbattendo poi la casupola che li conteneva. Stessa fine per la casetta in legno su ruote trasformata in bar con plateatico al centro della piana di San Giorgio e per il vano tecnico dello skilift della pista Slalom. «Con il fallimento il giudice mi ha trasferito tutti i beni mobili e immobili, tutti gli impianti e i contratti in essere di Nuova Lessinia spa che pagava un canone d’affitto ai proprietari dei terreni per il vano tecnico della seggiovia e la vasca di raccolta dell’acqua per l’innevamento programmato, in quanto sarebbero stati fuori dai mappali sui quali esisteva una servitù perpetua a favore degli impianti di risalita», spiega Canteri. L’accordo sottoscritto con Nuova Lessinia spa dai proprietari terrieri prevedeva che, una volta dismessa l’attività, la società potesse cedere gratuitamente i beni costruiti su quei mappali ai legittimi proprietari o in alternativa ripristinare il luogo come in origine. «Ho preferito questa seconda scelta per due ragioni: la prima perché ho un diritto di servitù perpetuo senza necessità di pagare alcun canone; e secondariamente perché i beni costruiti sono stati accatastati illegalmente dai proprietari dei terreni ed era comunque mia facoltà cederli gratuitamente o demolirli, ripristinando il prato, come ho fatto». Di questo ha dato comunicazione il giorno stesso dell’intervento al Comune, alla Comunità montana, al Parco e ai proprietari dei terreni. Il Parco si è mosso immediatamente bloccando i lavori per mancanza di un'autorizzazione paesaggistica, ma in realtà i lavori si sono bloccati da soli perché tutto quello che doveva essere demolito è stato raso al suolo, selezionando le macerie secondo la diversa tipologia, trasferite poi in discarica, riportato terreno fertile e ora manca solo la semina per ripristinare il pascolo. In realtà l’opera di «sanificazione», come la intende Nordwind, non è ancora finita perché nella lettera Canteri specifica chiaramente che si interverrà anche alla rimozione degli impianti di illuminazione delle piste, di innevamento programmato, di tutti gli stabili di proprietà di Nordwind (garage del Valon, l’ex biglietteria, la cabina elettrica, la vasca di raccolta dell’acqua, i piloni degli skilift del Valon e dello Slalom e dei due impianti di risalita che ancora restano sul versante del Tomba e inutilizzati da decenni). «SOLO DA QUESTO PRIMO intervento abbiamo riempito cinque container di acciaio e rottami ferrosi. Restano da demolire tutti i plinti di tutti gli impianti, anche quelli non più visibili: un lavoro immane», confessa. Nell'espianto dei macchinari e dei comandi della seggiovia ha dovuto abbattere una parete per entrare con il muletto e trasferire gli armadi con i quadri comandi in parte riutilizzabili e in parte vandalizzati, scoprendo che sotto il soppalco in legno i topi o i ghiri hanno fatto strage di cavi elettrici. «L’immobile che ospitava il vano tecnico della seggiovia a quel punto era pericolante ed è bastato appoggiare la benna dello scavatore per vederlo crollare: il lavoro è stato fatto con urgenza vista la gravità e la pericolosità della situazione», spiega l'amministratore di Nordwind. Ma adesso che cosa succede? «Attendo un sopralluogo tecnico dell’ingegnere Mario Pedrotti per una perizia e una valutazione tecnica dell’impianto di risalita e a quel punto avrò due strade», rivela Canteri, «vendere la seggiovia e ripristinare il terreno recuperando forse la metà dei costi di ripristino; oppure lanciare un appello a chi abbia interesse per San Giorgio, enti pubblici, privati o società per darmi una mano a rimettere in funzione seggiovia e skilift del Valon». «SONO DISPOSTO a creare una società alla quale cedo gratuitamente tutti i beni ancora esistenti, compresi i diritti che la società ha su piste e impianti, oltre al valore dei lavori fatti finora che ammontano a circa 50mila euro, purché il socio si impegni a finanziare la parte rimanente per il riavvio degli impianti e per dieci anni si impegni a gestirli», conclude. Il costo totale previsto dell’ investimento sarebbe di 600 mila euro a cui aggiungere altri 300mila euro all’anno per la gestione. Altri 200mila euro servirebbero per la gestione delle piste. Col clima che tira, anche meteorologico, c’è poco da sperare, ma Canteri lascia a eventuali candidati l’indirizzo mail a cui fare riferimento (sangiorgio108@g mail.com) e dice che sarebbe la persona più felice al mondo se qualcuno accettasse la proposta. •

Vittorio Zambaldo

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