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Il porcospino di terracotta indenne nella carbonara

Lo spegnimento della carbonara
Lo spegnimento della carbonara
Lo spegnimento della carbonara
Lo spegnimento della carbonara

Con un giorno di anticipo è stata spenta anche la quarantesima carbonara di Giazza, accesa da Nello e Giorgio Boschi ai Téldari, poco prima del paese. «L’anticipo di un giorno, rispetto alla data preventivata», spiegano i due che hanno ricevuto i segreti dell’antica arte dagli ultimi carbonai cimbri del paese, «è determinato dal vento che in questi giorni ha sferzato il luogo ininterrottamente, alimentando il processo di carbonizzazione e probabilmente anche dalla varietà delle essenze arboree usate, con una netta predominanza di nocciolo rispetto ai tradizionali legni di faggio, frassino e carpino nero che in varia quantità contribuiscono a realizzare il caratteristico cono fumante al cui interno si forma il carbone. Una notte in meno per Giorgio da passare nel caratteristico capanno destinato ai carbonai, che con un occhio aperto nel sonno, controllano il processo per impedire che tutta la fatica di tagliare, trasportare e accatastare 50 quintali di legna finisca in fumo. Invece 6-7 quintali di carbone vegetale sono stati ricavati anche quest’anno e saranno utilizzati anche questa volta per rendere speciali i piatti grigliati, in particolare la trota, all’Osteria Ljetzan. Una bella sorpresa è stato anche il recupero intatto del porcospino di terracotta uscito indenne dalla carbonara. Nella sua scatola di latta, opportunamente coibentata con trucioli di legno, ha assunto la caratteristica colorazione nera delle ceramiche etrusche, opere di vasai che erano maestri in quest’arte. Come lo è Luca Fiorio che ha voluto creare per gli 84 anni di Nello un’opera originale e unica con i suoi cucchi, i caratteristici fischietti di terracotta di cui è diventato l’indiscusso artista. La cottura è sta perfetta e la colorazione omogenea: il peso della legna non ha deformato la latta e la scultura è uscita indenne e funzionante, con i suoi 84 aculei fischiettanti, uno ciascuno per gli anni che Nello si porta sulle spalle e che lo vedono ancora impegnato a coltivare le tradizioni della sua infanzia. Sotto il telo steso per tenere all’asciutto quanti sono indaffarati nelle fasi di spegnimento, di raffreddamento e di insacchettamento del carbone, i discorsi sono quelli di chi è soddisfatto del risultato raggiunto e guarda già al bosco sovrastante dove l’anno prossimo troverà altra materia prima per rinnovare la tradizione. Sul posto anche il sindaco uscente Aldo Gugole per complimentarsi del risultato: «Fa sempre piacere avere dei compaesani che sono orgogliosi del proprio passato e si impegnano per tramandarlo», ha detto.

V.Z.

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