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Bolca agli inizi del Novecento Un dipinto ripercorre la storia

Applausi si sono levati dalla piazzetta, sabato pomeriggio, quando è stato scoperto il dipinto «Bolca nei primi del ‘900» affisso alla parete di una casa nel centro della capitale dei fossili per la 47esima Festa della Paleontologia. Plauso anche dal sindaco Edo Dalla Verde e dal parroco don Michele Valdegamberi che, dopo il taglio del nastro nell’area in cui è stata collocata l’opera e la benedizione, hanno avuto parole di apprezzamento per la Pro Loco di Bolca e il suo giovane presidente Simone Cattazzo che ha messo in campo interventi di abbellimento del centro storico, in sintonia con i bei mosaici della scuola primaria a tempo pieno. L’opera ritrae la piazzetta di Bolca oltre un secolo fa, quando il piccolo borgo era già frazione di Vestenanova; fino al 1821 era un comune a se stante: «Bubulca cum Vulpiana». Dalle ricerche storiche illustrate da Giancarla Gugole, attinte in parte dagli studi di Piero Piazzola, cultore e storico della Lessinia, sono molte le curiosità emerse riguardo la popolazione residente che oggi ammonta a circa 500 persone, ma un secolo fa ne contava oltre 1.500. Era dunque un borgo assai vivace e ricco di attività commerciali e artigianali, di cui poco è rimasto. La piazzetta era crocevia di quattro strade e Bolca contava quattro osterie, di cui due con alloggio; una scuderia; due botteghe di generi alimentari e una di mercerie; una casara; due botteghe di scarpari-barbieri: evidentemente all’epoca scarpe, barba e capelli andavano all’unisono; una sartoria e la posta. Il primo tracciato dell’attuale strada provinciale 17 della Val d’Alpone che collega Vestenanova a Bolca fu realizzato nel 1817 e inaugurato nel 1818 per l’arrivo dell’Imperatore Francesco I d'Asburgo che fece visita alle località fossilifere. In precedenza si saliva da Vestenanova tramite un ripido sentiero, ancora percorribile, attraverso le contrade Stanghellini, Cerati e Camponogara. Il grande quadro, di 270 centimetri per 140, è la trasposizione in chiave pittorica di una foto-cartolina (scattata nel luogo dove ora sorge l’hotel Adele) di oltre un secolo fa, ad opera di Fiorenzo Vaccaretti «… uno degli artisti più amati della Valle del Chiampo», come lo ha definito Matteo Macilotti, sindaco chiampese, appena rieletto con il 90 per cento dei consensi. Il grande pannello dipinto è come un sandwich con un’anima in nido d’ape di alluminio, sottovuoto fra due lamine in vetroresina che per leggerezza e consistenza risulta avere elevate caratteristiche fisiche, utilizzate anche nella cantieristica navale, a prova dunque di ogni evento meteorologico. •

Mariella Gugole

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