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«Addio Simone, splendi ovunque»

Simone Coeli al basso durante un concerto con la sua band AgoràIl giovane motociclista di Badia Calavena sulla sua Kawasaki
Simone Coeli al basso durante un concerto con la sua band AgoràIl giovane motociclista di Badia Calavena sulla sua Kawasaki
Simone Coeli al basso durante un concerto con la sua band AgoràIl giovane motociclista di Badia Calavena sulla sua Kawasaki
Simone Coeli al basso durante un concerto con la sua band AgoràIl giovane motociclista di Badia Calavena sulla sua Kawasaki

Simone Coeli, 26 anni aveva tante passioni e un sogno: Silvia, la sua ragazza; il basso che suonava da sempre; la moto nuova, una Kawasaki F600 che guidava da una paio d’anni; il lavoro alla Th. Kohl che gli piaceva e dov’era assunto in pianta stabile. Per il sogno c’era già la data: il 4 settembre 2021 quando con Silvia avrebbe coronato nel matrimonio una vita d’amore. Tutto infranto in un istante, un botto tremendo gli ha stroncato la vita sulla provinciale 10 della Val d’Illasi, nella circonvallazione di Tregnago, all’incrocio con via Unità d’Italia, mentre si stava dirigendo verso casa. La morte è sopraggiunta all’istante poco prima delle 20, nello scontro frontale con la Renault Clio bianca guidata da un diciannovenne tregnaghese, D.O., ricoverato per lievi ferite che guariranno in fretta, invece resterà profonda e indelebile la ferita dell’anima per essersi trovato quel sabato sera, in quell’istante, pronto a girare all’angolo di quella strada. Saranno i rilievi della Polizia stradale di Verona e le indagini a chiarire con esattezza la dinamica dell’incidente, che non ha avuto testimoni oculari e che resta inspiegabile anche perché sull’asfalto non c’è traccia di frenate né per l’auto né per la moto. Ora è rimasta solo la macchia grigia dell’olio e della benzina usciti dai due motori sventrati nello scontro, mentre nell’anima delle due famiglie e degli amici restano altre ombre e altri fantasmi difficile da cancellare. I genitori di Simone sono molto conosciuti in paese e nella valle: papà Marco è operaio comunale a Badia Calavena e la mamma, Angela Anselmi, è insegnante alla scuola dell’infanzia di Tregnago, a poche centinaia di metri dal luogo dell’incidente. I fratelli Michele e Cristiano partecipano attivamente ai gruppi e alle attività del paese. Nella villetta di via Verdi il papà ha solo la forza di dire fra le lacrime: «Era un buono, davvero un ragazzo esemplare», poi il pianto ha il sopravvento e gli altri familiari non se la sentono di aggiungere dolore a dolore. Con il cuore affranto parlano i cinque amici della band Agorà: Gianmarco e Pierdavide Cappelletti, Loris Ercole e Loris Flex, Cristian Truzzoli: «E così te ne sei andato, come un sole che sprofonda nella notte più scura. Simone, anima bella, anima migliore, splendido come un’eterna primavera, profondo come le note del tuo basso e semplice come i tuoi modi gentili che facevano stare bene chiunque in tua compagnia. Tu, compagno d’avventura, amico da sempre ed in ogni momento, tu cresciuto con i sogni, ora un sogno ti ha portato via. Quanti concerti, quante prove e quanti momenti abbiamo condiviso! Ora nella mente viaggiano tutti in sequenza ed ogni attimo è rappresentato dal tuo sorriso, come un’istantanea che crea nei nostri cuori un lampo di eternità. Splendi, splendi sempre, splendi ovunque e non dimenticarti mai di splendere. Noi ti stringeremo le mani più forte per non lasciarti andare. Noi chiuderemo i nostri occhi per non vederti andare via. Il palco ora è così vuoto e d’intorno c’è un grido assordante che ha aperto una voragine dentro noi. Ora la melodia è interrotta. Ma dentro di noi sentiamo che una musica eterna scorre, uno dei canti più belli mai sentiti. Una melodia meravigliosa porta le tue sembianze, una canzone che indossa il tuo volto e che non smetteremo mai di cantare. Perché lo sappiamo, tu sei parte di noi e quel basso continuerà a dettare il ritmo delle nostre vite. E come dicevi tu: “Se vedremo presto buteloti”. Questa è una promessa, questo è un giuramento. Ti amiamo, corsaro da sempre e per sempre. Ciao Simo, anima bella, anima migliore», scrivono in una nota che ci affidano. Si trovavano un paio di volte alla settimana per suonare, ma anche per stare insieme. Avevano fatto uscire l’LP «Ordinaria follia» e l’ultimo pezzo lo scorso gennaio su YouTube «Le tue Clarks», brani di «scapigliati, errabondi, corsari e romantici, crediamo nella rivoluzione del cuore e nella forza del sentimento come primo principio di ogni cosa», dicono di sé, intonando un rock cantautorale italiano. Simone aveva aggiunto Rex al suo nome perché, come ricorda Palitha Petrolini, oggi a Milano, ma con la quale aveva avviato anni fa un progetto di band negli scantinati delle scuole di Illasi, «il suo idolo era Rex, bassista dei Pantera, band di cui al tempo eseguivamo le cover di Metal Rock. Ci conoscevamo dai tempi della scuola all’Istituto San Zeno, indirizzo grafico, e ci unì la comune passione per la musica e l’amicizia con Silvia: «Era la tipica persona che ti viene incontro con il sorriso e ti lascia con il sorriso. Lo voglio ricordare così», conclude. Il sindaco Emanuele Anselmi porta il cordoglio di tutta la comunità alla famiglia: «Siamo vicini come amministratori e compaesani, costernati e sconvolti per la morte di Simone, bravo ragazzo, amato da tutti, impegnato ed esemplare per dedizione agli affetti e al lavoro». •

Vittorio Zambaldo

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