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«Shiva mai più nel nostro paese»

Shiva, nome d’arte di Andrea Arrigoni
Shiva, nome d’arte di Andrea Arrigoni
Shiva, nome d’arte di Andrea Arrigoni
Shiva, nome d’arte di Andrea Arrigoni

Shiva «bandito» da Bussolengo e denunciato dagli organizzatori della serata di mercoledì 29 luglio: una settimana dopo il concerto evento del giovanissimo rapper lombardo al mercato ortofrutticolo di Bussolengo, arriva una doppia condanna. La prima è un «a non rivederci più» dell’assessore alle manifestazioni Massimo Girelli, la seconda e ben più pesante è la denuncia sporta dagli organizzatori ai danni dell’artista: due le accuse e cioè istigazione a disubbidire alle leggi e lancio pericoloso di oggetti. C’è poi la rivendicazione di danni di immagine ed economici. La cornice è il concerto che gli organizzatori sono prima stati costretti a sospendere e poi ad annullare come reazione agli assembramenti nati dall’invito di Shiva ai ragazzi di assieparsi sotto il palco. «La musica non ha regole, venite tutti sotto il palco». Così, stando al racconto tanto del sindaco Roberto Brizzi quanto di Lorenzo Donadel, sarebbe stato vanificato tutto il lavoro che era stato fatto nelle precedenti settimane per consentire lo svolgimento dell’evento all’insegna della massima sicurezza. Un evento molto accattivante per 600 ragazzini arrivati da ogni dove per non perdersi l’unica data in Veneto del loro beniamino. «Shiva però», tuona l’assessore Girelli, «avrebbe dovuto essere il primo ad adeguarsi alle regole, a chiedere che venissero rispettate onorando così il lavoro di quanti avevano fatto di tutto per farlo salire sul palco. Lui invece è stato tutto fuorché un esempio». Tanto il sindaco Brizzi quanto Girelli puntano il dito solo contro l’artista, ritenendo l’organizzatore parte lesa: «L’organizzazione la conosciamo, per questo avevamo patrocinato il concerto, ed è stata rigorosissima ed impeccabile, i ragazzi un vero esempio. Basta solo dire che erano state preparate mascherine da mettere a disposizione di chi non l’aveva e non è stato necessario distribuirne nemmeno una«, aggiunge Girelli. Lorenzo Donadel, patron di Lollo’s group (fortunata e nota società veronese della ristorazione che gestisce anche il bar dell’area mercato) non ci gira attorno: «Io sono l’organizzatore e mi assumo in pieno la responsabilità dell’evento. Quel concerto, organizzato nei minimi particolari, era stato costruito sul rispetto delle regole ed era stato reso possibile da una commissione tecnica che ha dato le previste autorizzazioni. Doveva essere il test per riaccendere l’estate dopo l’emergenza sanitaria ma quello che è successo per diretta e personale responsabilità dell’artista, che non poteva non conoscere le regole, mette in discussione seriamente tutta la progettualità che avevamo». Al suo arrivo Shiva i suoi 600 fans li aveva trovati infatti seduti ordinatamente ai loro posti, su sedie distanziate: quell’invito a correre sotto il palco, subito dopo aver preso in mano il microfono, ha cambiato completamente lo scenario. «È scattata per questo la sospensione dopo la prima canzone, quindi una mezzora di trattative per indurre l’artista, che minacciava di andarsene, a tornare sul palco invitando lui stesso i ragazzi ad attenersi alle regole», racconta Donadel. E prosegue: «Shiva torna in scena, ma il copione si ripete, aggravato da un gesto di stizza di cui ha fatto le spese un microfono da 1.500 euro e dalla doccia di spumante che il cantante ha imposto al comandante dei carabinieri». Secondo il sindaco ci sarebbe stato pure un coretto irriguardoso nei confronti dei militari in servizio sotto il palco. A quel punto, agitati gli animi del pubblico, s’è creato un problema di ordine pubblico e sul concerto è definitivamente calato il sipario dopo una manciata di canzoni. Così i ragazzi che avevano pagato un biglietto tra i 20 e i 25 euro si sono dovuti sorbire per due ore la musica di due dj in attesa del loro idolo. «In tanti anni mai vista una cosa del genere», dice Donadel, «professionalità consolidate messe in gioco da un simile atteggiamento da parte di un artista. Shiva era consapevole della situazione, per questo ho proceduto con la denuncia e sono intenzionato a rivalermi direttamente su di lui e nei confronti dell’agenzia con la quale ho sottoscritto il contratto». Nemmeno Girelli, che si dice deluso e mortificato, fa sconti a Shiva: «Purtroppo ti sei dimostrato un piccolo uomo. Le regole valgono per tutti, che tu sia Shiva o Vasco Rossi. A non rivederci più», sentenzia. •

Paola Dalli Cani

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