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Il nido comunale ai privati «Ci rimettono i lavoratori»

Nel dibattito sull’asilo nido comunale di San Giovanni Lupatoto di cui da novembre si privatizzerà una sezione, prende la parola anche Michele Corso, segretario provinciale della Cgil, residente proprio in paese. Il Consiglio comunale nei giorni scorsi ha approvato la proposta della giunta per l’esternalizzazione di una sezione del nido Sabin di via Monte Ortigara con la motivazioni di rispondere alle future carenze di personale e di alzare la qualità del servizio fornito alle famiglie caratterizzandolo anche con una maggior flessibilità. Una decisione che il segretario della Cgil non nasconde di non condividere . «Va molto di moda parlare di esternalizzazione in tempi di crisi, adoperando numeri e cifre che colpiscono i cittadini, cercando di far diventare un servizio importante e prestigioso del Comune di San Giovanni Lupatoto, come quello dell’asilo nido comunale, solo un costo», dice Corso. «È fondamentale, a mio avviso, che i servizi alla persona e quindi all’infanzia siano di qualità e che venga riconosciuta la dignità a chi vi lavora. E la dignità del lavoro è data anche dal salario. Per questo tra i numeri da prendere in considerazione, ci sono quelli di un salario dignitoso per chi svolge un lavoro delicatissimo per il futuro di questa città», aggiunge il segretario della Cgil. «I CITTADINI lupatotini di domani debbono essere educati nel rispetto delle regole civili, ma anche nel rispetto della dignità di chi lavora, pagando quello che bisogna e non facendo gare d’appalto, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, nelle quali il personale finisce per percepire circa il 30 per cento in meno», dice ancora Corso. «Inoltre la procedura predisposta di privatizzazione, compreso l’affiancamento per due mesi del personale pubblico a quello privato, presenta forti e seri dubbi di fattibilità e di legalità». «A mio parere le lavoratrici e i lavoratori pubblici municipali che operano nei servizi all’infanzia non dovrebbero essere visti come numeri da abbattere al fine di ridurre i costi, ma come una risorsa per erogare servizi di qualità», dichiara l’esponente sindacale. Michele Corso conviene sul fatto che i tagli dei vari governi alla spesa sociale sono stati ingenti ma non sulla scelta di correre ai ripari abbattendo la spesa per l’asilo nido. «È il classico esempio di strategia politica pensata con la calcolatrice alla mano, ma senza un minimo di visione di insieme rispetto ad una macchina comunale che ha bisogno di una riorganizzazione complessiva, che parta dai punti critici della macchina pubblica e dalle spese inutili e non dai servizi che sono radicati nel territorio», prosegue il segretario della Cgil veronese. «Più in generale, è l’idea di servizio pubblico che viene messa in discussione, un’idea che al contrario andrebbe messa al centro di una rete di strutture per l’infanzia, trovando nuove strategie e costruendo nuovi servizi, che trasformino l’asilo nido da servizio a domanda individuale a diritto educativo per ogni bambino e bambina, come sta accadendo ad esempio in Germania. E ciò andrebbe fatto in base ai bisogni delle donne e degli uomini che decidono di diventare madri e padri e alle evidenti necessità di razionalizzare la spesa». Secondo Corso l’amministrazione comunale lupatotina doveva percorrere altre strade, senza esternalizzare il servizio. «La qualità del personale dei servizi educativi ha permesso al Comune di San Giovanni Lupatoto di avere uno dei migliori servizi all’infanzia, ed è proprio per non perdere questo patrimonio che l’amministrazione dovrebbe assumere, con un concorso pubblico, educatrici d’infanzia, in base al fabbisogno di personale delle strutture, secondo le ultime disposizioni di legge, per dare linfa vitale ad un servizio pubblico che fin dalla sua nascita, aiuta a crescere, con professionalità e con una qualità eccellente, le piccole e i piccoli del paese», conclude Corso. •

R.G.

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