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Trasparenza nei Comuni, c’è una direttiva

le esponenti dell’opposizione Martina Gasparini e Aurora FloridiaL’ex prefetto Salvatore MulasLa sede del Muncipio di Malcesine dove l’opposizione richiede maggiore trasparenza
le esponenti dell’opposizione Martina Gasparini e Aurora FloridiaL’ex prefetto Salvatore MulasLa sede del Muncipio di Malcesine dove l’opposizione richiede maggiore trasparenza
le esponenti dell’opposizione Martina Gasparini e Aurora FloridiaL’ex prefetto Salvatore MulasLa sede del Muncipio di Malcesine dove l’opposizione richiede maggiore trasparenza
le esponenti dell’opposizione Martina Gasparini e Aurora FloridiaL’ex prefetto Salvatore MulasLa sede del Muncipio di Malcesine dove l’opposizione richiede maggiore trasparenza

Cresce nell’alto Garda la richiesta di trasparenza e di ricevere le credenziali di accesso al protocollo del municipio da parte delle minoranze. Dopo la minoranza «Tradizione e Innovazione per Brenzone», guidata dall’ex-sindaco e oggi capogruppo di opposizione, Tommaso Bertoncelli, anche a Malcesine Martina Gasparini e Aurora Floridia hanno presentato pochi giorni fa una mozione rivolta al sindaco, Giuseppe Lombardi. In realtà, si tratta di un problema estendibile anche a tutti i Comuni della provincia a cause delle difficoltà sempre maggiori per i consiglieri di minoranza di reperire la documentazione utile per poter svolgere oltre che l’azione politica anche quella di controllo, considerata indispensabile per l’esercizio della democrazia. MALCESINE. «Premesso che l’articolo 43 del Testo unico degli enti locali», hanno scritto le due consigliere di opposizione di Malcesine, «prevede che i consiglieri comunali e provinciali hanno diritto di ottenere dagli uffici dell’Ente...tutte le notizie e le informazioni in loro possesso utili all’espletamento del proprio mandato», e premesso che «l’accesso diretto al sistema informatico interno dell’Ente favorisce la tempestiva acquisizione delle informazioni richieste senza gravare sull’ordinaria attività amministrativa, e che tale misura consentirebbe di espletare al meglio il ruolo di amministratori pubblici, di ridurre al minimo necessario l’uso di mezzi cartacei e di contenere l’aggravio della ordinaria attività dell’ente», la mozione vorrebbe impegnare «il sindaco e la giunta ad attivare le credenziali di accesso ai sistemi informatici gestionali ai consiglieri comunali di Malcesine». Poi la precisazione: «Resta inteso che le informazioni acquisite saranno usate esclusivamente per l’esercizio dei diritti connessi alla carica di consigliere comunale», oltre al fatto che, ovviamente, «restano fermi gli obblighi di tutela del segreto e quelli di divulgazione dei dati personali». Obblighi dei quali, peraltro, il consigliere comunale risponde sia civilmente che penalmente. BRENZONE. Insomma: ad aprire la strada di poter avere le credenziali di accesso al protocollo municipale era stato, cinque anni fa, il sindaco di Brenzone, Tommaso Bertoncelli, che aveva concesso all’allora minoranza guidata dall’oggi sindaco, Davide Benedetti, di accedere al protocollo. Oggi è peraltro in atto una querelle prorio a Brenzone perchè Bertoncelli vorrebbe avere i codici per poter accedere al protocollo dell’Ente da remoto, cioè dal proprio computer di casa, senza dover andare negli uffici municipali come invece toccava fare all’epoca alla minoranza di Benedetti. Ma la questione, che è quella per la quale la minoranza ha abbandonato l’ultimo consiglio, ancora non è stata risolta visto che le due compagini non si sono per ora accordate. La vicenda si è ora estesa pure all’ultimo paese dell’alto Garda, dove una minoranza vuol vedere le carte «senza dover continuamente presentare richieste di accesso agli atti e senza necessità di attendere i trenta giorni», com’è stato spiegato. LETTERA DELL’EX PREFETTO. Che i tempi siano cambiati e che le amministrazioni locali faranno sempre più fatica a ostacolare i compiti delle minoranze lo evidenzia anche una lettera dell’allora prefetto di Verona, Salvatore Mulas. Lettera spedita il 18 dicembre scorso con numero di protocollo 65486, inviata a tutti i sindaci della Provincia e al Presidente della Provincia. La missiva, però, guarda caso non ha avuto risalto e quasi nessuno conosce la sua esistenza. Il prefetto, subissato da esposti di consiglieri comunali e provinciali che lamentavano «la omissione o il notevole ritardo» con cui potevano accedere a dati che spettavano loro, aveva preso carta e penna e specificato diritti e doveri di tutti. Dopo avere citato le ultime sentenze del Consiglio di Stato e i pareri della Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi, Mulas aveva scritto: «Si ritiene di richiamare la particolare attenzione...affinchè venga posta in essere ogni iniziativa volta a valutare di adottare apposito regolamento per l’esercizio di accesso...in linea con gli orientamenti formulati...garantendo piena efficacia e validità al mandato elettorale in capo ai consiglieri appartenenti alla minoranza». Un richiamo che però, come dimostrano le battaglie tra minoranze e maggioranze di molti Comuni della Provincia, è tutt’altro che ascoltato nonostante la giurisprudenza e le sentenze specifichino esattamente cosa fare, diritti e doveri di ciascuno. •

Gerardo Musuraca

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