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La storia

Super Gino e Giulia
L'impresa del cuore
a Punta Veleno

La storia
GIULIA CONQUISTA PUNTA VELENO (Musuraca)

«Super Gino» e la figlia Giulia hanno conquistato, per la terza volta, Prada Alta scalando Punta Veleno ma anche i cuori di tutti gli atleti. Ce l'ha fatta Gino Modena, che gli organizzatori di Punta Veleno ormai chiamano «Super Gino», a scalare con la figlia disabile i tornanti durissimi e la «salita impossibile» della Extreme Race organizzata dal Comune di Brenzone con la Unione Sportiva Monte Baldo di Malcesine, domenica scorsa.

Il percorso della "Extreme Race" decisamente non è cosa per tutti: si parte infatti dai 140 metri di altitudine a Castello e si arriva ai 1.156 metri sul Baldo attraverso 8 chilometri con una pendenza media del 12,7 per cento, e un tratto centrale di 4 chilometri in cui si raggiunge il 16,5 per cento. Alcuni passaggi, infine, arrivano anche al 20 per cento, con il rush finale a Prada Alta.

Un dislivello di 1016 metri che, per i non addetti ai lavori e i non allenati, si rivela sempre un «sega-gambe». I protagonisti assoluti di Punta Veleno, come detto, sono stati papà Gino e la figlia Giulia, di 11 anni, affetta dalla sindrome di Charge.

Questa malattia colpisce 1 bambino su 10 mila e provoca disturbi oculari, malformazioni cardiache, sordità, problemi al naso, ritardo mentale e, purtroppo, anche molto altro ancora.

 

Quest'anno Gino Modena, alla sua terza performance a Punta Veleno che era già stata scalata nel 2015 e nel 2017 con una bici a cui era attaccato un carrettino con dentro Giulia, a differenza delle volte precedenti, ha tagliato il traguardo con una «bicicletta a spinta».

«Da novembre scorso», ha raccontato il giovane padre che, proprio il giorno prima della gara ha compiuto 40 anni, «stiamo sperimentando questa bici, che è una mia invenzione. Giulia, tra le altre cose, ha problemi pure di equilibrio ma voleva andare in bici. In questo modo lei dirige la bicicletta e disegna le traiettorie mentre io mantengo in equilibrio la bicicletta, ho i freni in mano e faccio da motore».

Una idea piuttosto rudimentale ma che, da novembre ad oggi, ha consentito a Gino e Giulia di allenarsi quasi tutti i giorni, compreso quando c'è freddo e anche, a volte, con la pioggia. «Se qualcuno mi aiutasse», ha chiuso Modena, «a studiare meglio questo modello, si potrebbe realizzare una bici in alluminio, più leggera, utile a chi ha problemi come quelli di Giulia». Per quanto riguarda i risultati sportivi, il primo assoluto al traguardo, in 37 minuti e 21 secondi, è stato Thomas Gschnitzer, del racing Team Winax, già vincitore nel 2016. Dietro di lui, con 40 minuti e 9 secondi, Kevin Fantinato. Al terzo posto Roberto Dalsant con 40 minuti e 47 secondi.

Gerardo Musuraca

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