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Otto minuti di
terrore in balia
di un pitbull

Omar e  Nastassja
Omar e Nastassja
Omar e  Nastassja
Omar e Nastassja

Otto minuti di terrore trascorsi cercando di divincolarsi dai morsi di un pitbull che domenica sera li ha aggrediti in zona Trastevere a Roma. Omar Abdel Latif, 22enne di Cavaion Veronese, racconta quei terribili attimi vissuti assieme alla sua ragazza Nastassja e ai genitori di lei, arrivati dall’America per assistere alla laurea della figlia.

 

Lo fa nella speranza che la diffusione della notizia possa aiutarlo a rintracciare testimoni e persone che riescano a individuare il proprietario del pitbull, che durante quegli interminabili minuti ha assistito all’aggressione senza intervenire, allontanandosi poi come se nulla fosse accaduto dopo aver recuperato il cane, la cui furia è stata fermata da un passante che ha saputo domarlo.

 

«Erano le 22.50 di domenica», ricostruisce Omar, «stavamo camminando in viale Trastevere quando da una strada laterale abbiamo sentito un uomo gridare “torna qua, torna qua!”. Ci siamo girati e abbiamo visto un pitbull in corsa contro di noi. Il primo ad essere aggredito sono stato io: il cane mi ha afferrato il braccio sinistro, non ero capace di togliermelo di dosso, sembrava un pezzo di marmo». «Poi di punto in bianco ha lasciato la presa e ha attaccato il padre della mia ragazza, ferendolo alla caviglia e al piede. Nastassja», continua Omar, «stava cercando di scappare sopra una macchina parcheggiata per mettersi in salvo, ma il cane l’ha inseguita e l’ha morsa ripetutamente alla gamba sinistra, causandole delle ferite molto profonde. Poi, mentre cercavo di farla alzare da terra, il pitbull è tornato alla carica e mi ha preso il ginocchio. Siamo stati salvati da un passante che per fortuna sapeva come intervenire con questi cani». Omar racconta come un fiume in piena: «Quell’uomo ha preso il pitbull dai genitali e dal collo, liberandoci finalmente dalla sua morsa. Solo allora il padrone si è avvicinato, gli ha messo collare e guinzaglio e senza dire una parola si è allontanato, lasciandoci doloranti e coperti di sangue».

Evidentemente consapevole delle conseguenze civili e penali per la mancata custodia del suo cane, il proprietario dell’animale ha preferito dileguarsi anziché prestare soccorso. «Gli ho gridato di tornare indietro», riprende Omar, «ma non l’ho rincorso perché il cane ringhiava ancora e non volevo provocarlo. Nel frattempo è arrivata la polizia, chiamata da qualcuno che avrà sentito le nostre urla disperate, un agente si è messo alla ricerca dell’uomo ma senza risultato. Secondo me abita in zona Trastevere e ha fatto in tempo a rincasare». Omar lo descrive: sulla quarantina, carnagione chiara, capelli e barba scuri. «Era accompagnato da una donna, che però ho visto solo di spalle: molto più robusta di lui, anche lei teneva un cane al guinzaglio della stessa taglia del pitbull, ma di un’altra razza». Medicati al Fatebenefratelli, i tre malcapitati sono stati dimessi dopo qualche ora e lunedì mattina Omar ha sporto denuncia contro ignoti. «Nella concitazione del momento», spiega, «non abbiamo preso il contatto della persona che ci ha aiutato, né di altre che hanno assistito all’aggressione: potrebbero essere testimoni preziosi. Sarebbe bello riuscire a rintracciarli anche per ringraziarli». 

Katia Ferraro

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