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Giro del lago per ringraziare i medici

I due ragazzi che hanno fatto il giro del lago a piedi per ringraziare chi era  in prima linea durante il Covid
I due ragazzi che hanno fatto il giro del lago a piedi per ringraziare chi era in prima linea durante il Covid
I due ragazzi che hanno fatto il giro del lago a piedi per ringraziare chi era  in prima linea durante il Covid
I due ragazzi che hanno fatto il giro del lago a piedi per ringraziare chi era in prima linea durante il Covid

Il giro del lago di Garda a piedi, in quattro giorni. Protagonisti Pietro Moscardo e Francesco De Beni, due quindicenni di Affi, che hanno mantenuto fede a una promessa scambiatasi via social nel periodo della quarantena per il Covid 19. Alla base del gesto, 156 chilometri di percorso, una motivazione non comune, soprattutto per l’età dei due compagni di classe: ringraziare tutte le persone che hanno lavorato in prima linea per la salute degli italiani e ricordare le tante, troppe vittime, per coronavirus. Un viaggio a piedi con zaino e tenda in spalla iniziato lunedì scorso da Bardolino e terminato nel primo pomeriggio di giovedì, sempre nel centro lacustre, dove ad aspettarli c’era il sindaco Lauro Sabaini. Il primo cittadino ha voluto donare ai due adolescenti il simbolo di Bardolino: la preonda in miniatura. Stanchi ma soddisfatti i due studenti all’istituto tecnico agrario di San Floriano sono stati accolti anche dai familiari e da un gruppetto di amici, curiosi di conoscere tutti i dettagli del viaggio. «Siamo partiti dal lungolago di Bardolino e abbiamo concluso la prima tappa a Moniga dove abbiamo alloggiato in un campeggio», raccontano Pietro e Francesco che in quanto minori avevano con sé tutta la documentazione necessaria firmata dai genitori. Il giorno dopo «alzataccia» alle prime luci dell’alba e dopo la colazione in cammino fino a Muslone, frazione di Gargagno per il meritato riposo serale. La terza giornata, quella che li ha condotti fino ad Assenza ha riservato più di una trepidazione. «Purtroppo è stato necessario passare sotto un paio di gallerie che collegano Limone verso Riva del Garda e lo spazio a piedi era molto stretto e troppo vicino alle auto in transito. Le macchine sfrecciano a grande velocità e il cuore ce l’avevamo in gola», sottolinea Pietro che come Francesco spegnerà 16 candeline in agosto. Dopo pochi chilometri, a riconciliare i due compagni di classe con la natura, la vista mozzafiato sul Benaco dalla nuova ciclopedonale a sbalzo sul più grande lago d’Italia. «È fantastica, peccato però sia troppo corta e non prosegua nel Trentino. Si, lo sappiamo è in previsione la costruzione», sorridono i due ragazzi. «In questa avventura-sfida non abbiamo coinvolto altri compagni di scuola anche perché abitano in zone lontane da noi. L’idea di fare il giro del lago a piedi ci è venuta nelle lunghe e interminabili giornate di lockdown. E noi rispetto a tanti nostri coetanei che vivono in città eravamo fortunati ad avere un giardino. Giorno dopo giorno abbiamo perfezionato il nostro progetto e con ricerche su youtube el’aiuto di chi già aveva fatto il percorso abbiamo predisposto la tabella di marcia. Una media attorno ai 40 chilometri a piedi al giorno. L’ultima tappa, quella da Assenza a Bardolino è stata la più faticosa e trafficata», sospirano Pietro e Francesco che giurano di non aver mai pensato, dopo la fine della quarantena, a recedere dal loro proposito. Anzi.«Lo consigliamo», dicono. «È bello, interessante, permette di conoscere sotto un’altra ottica il nostro territorio. I genitori? Si, inizialmente erano preoccupati (si sentivano al telefono ogni sera ndr) ma non ci hanno fermato. Non ci sarebbero riusciti». •

Stefano Joppi

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