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L'incontro a Cavaion

Dipendenza tecnologica, bambini e ragazzi a rischio

Prima regola: imporre delle regole. Senza mai dimenticare, però, che al centro di ogni buona relazione tra genitori e figli ci deve essere tanto il dialogo quanto la voglia di interessarsi al mondo digitale in cui bambini e ragazzi di oggi vivono immersi. Lo ha spiegato senza mezzi termini a una ventina di genitori l'altra sera, 15 gennaio, nell’aula magna della scuola media di Cavaion, la pedagogista Federica Ciccanti, formatore e mediatore familiare, esperta di dipendenze tecnologiche per l’associazione nazionale Di.Te. e autrice del libro “Regole facili”.

 

“Parlate con i vostri figli, chiedetegli cosa hanno scoperto in rete, quale gioco di ruolo li appassiona e perché, provate a giocare insieme a loro” sottolinea Ciccanti. “Solo così manterrete in vita una relazione sana e avrete la loro confidenza, che vi servirà per prevenire la dipendenza e intercettare i pericoli, anche molto seri, che si nascondono nella rete. Vi servirà soprattutto quando, e non dico se, qualcuno chiederà ai vostri figli i dati personali, come la città in cui vivono o il nome della scuola che frequentano. Capiterà, e voi dovrete insegnare che non si dà nessun dato, nessuna informazione, niente.”

 

Mamme e papà cavaionesi erano a caccia di buoni consigli e ne hanno fatto tesoro, mercoledì sera, insieme alla sindaca di Cavaion Sabrina Tramonte, alla dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo “Girolamo Fracastoro” di Cavaion, Affi e Pastrengo Anastasia Zanoncelli e alla professoressa referente per bullismo e cyberbullismo, Maria Mogavero. L’Istituto comprensivo, infatti, ha colto la proposta dell’associazione Di.Te. e organizzato due serate formative sulle dipendenze tecnologiche rivolte ai genitori, una a Cavaion e l’altra a Pastrengo, nell’ambito di un percorso che ha coinvolto anche alunni e insegnanti.

 

“Ai ragazzi spieghiamo, della rete, le possibilità che offre e i lati positivi e poi anche tutte le cose negative, i pericoli, i comportamenti da evitare, i reati che si possono compiere” conclude Ciccanti. “Ma non dimentichiamoci anche di divertirci, con loro, contribuendo alla diffusione una cultura informatica partendo da noi stessi, anche se non siamo nativi digitali come tutti i nati dal 2000 in poi. Noi un mondo senza tecnologia, senza cellulari o computer, ce lo ricordiamo. Loro no, per loro un mondo senza tecnologia non esiste.” 

Camilla Madinelli

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