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Aiuole d’oro, prescritti nove reati Ne restano 4

È un processo fortemente ridimensionato quello che si sta concludendo in tribunale a Verona, legato all’indagine dei carabinieri di Lazise, «Aiuole d’oro». Ieri si è celebrata un’altra udienza davanti al tribunale, presieduto da Sandro Sperandio ed è emerso che ben nove dei tredici capi d’imputazione, riportati nella richiesta di rinvio a giudizio sono prescritti. A seconda delle posizioni, restano in piedi a carico degli indagati, difesi da Benedetta Scienza, Monica Rizzi, Lino Maistrello, Alessandro Butturini Comunale, le accuse di truffa aggravata, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Ieri sono stati sentiti alcuni testi, richiesti da difensori e il pm Valeria Ardito. Ha deposto anche il figlio di uno degli imputati non coinvolto nel processo. Toccherà al rappresentante dell’accusa aprire l’udienza del 22 ottobre con la requisitoria poi seguita dalle arringhe dei difensori. L’inchiesta dei militari dell’Arma di Lazise riguardava alcuni fatti verificatisi tra il 2010 e il 2012 ed è legata alla gestione di aree verdi nel Comune di Lazise. A parere dell’accusa, i lavori sarebbero stati affidati a 4 florovivaisti senza rispettare le norme previste dalla legge. •

G.CH.

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