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Acqua dell’Adige nel lago, scoppia la bufera

Scolmatore aperto: l’acqua dell’Adige viene immessa nel lago di Garda
Scolmatore aperto: l’acqua dell’Adige viene immessa nel lago di Garda
Scolmatore aperto: l’acqua dell’Adige viene immessa nel lago di Garda
Scolmatore aperto: l’acqua dell’Adige viene immessa nel lago di Garda

In Trentino ci si prepara a riaprire, per quattro giorni e a intermittenza, lo scolmatore Adige-Garda e, in Veneto e in Lombardia, scoppia la polemica. Tutto pronto a Torbole per lunedì 2 marzo quando la Provincia autonoma di Trento aprirà, fino a venerdì 6, il tunnel che connette l’Adige al lago di Garda. Una riapertura formalizzata dal Servizio bacini montani della Provincia di Trento che, il 5 febbraio scorso, ha annunciato l’imminente «manovra periodica di apertura delle paratoie della galleria Adige-Garda». «La riapertura delle paratoie», scrivono dal Trentino, «è finalizzata alle prove di scarico, taratura e tenuta delle stesse. Le operazioni saranno eseguite ad intermittenza non superando, nelle giornate previste, le quattro ore complessive di scarico. La portata sarà fino a un massimo di 50 metri cubi al secondo e, nel suo complesso, le operazioni comporteranno l'immissione nel Garda di una contenuta quantità d'acqua mista a limi e sabbie». «Per quanto sopra», prosegue la nota, «si invitano gli enti e gli uffici in indirizzo a predisporre adeguati controlli e a informare gli interessati in loco, per evitare danni a persone o cose che dovessero trovarsi in prossimità dello sbocco della galleria a Torbole durante le operazioni di manovra previste». Si tratta, insomma, di una nota tecnica che avvisa dell’imminente apertura dello scolmatore progettato in epoca fascista e realizzato alcuni decenni dopo. Ma la decisione non è piaciuta né ai sindaci veronesi, né alla Comunità del Garda, esclusi dall’informativa. I destinatari della nota sono infatti nove: il Comune di Nago-Torbole, i vigili del fuoco dello stesso centro, quelli di Riva, i carabinieri di Torbole, la polizia di Riva, Navigarda, il Circolo vela di Torbole, che si trova a ridosso della galleria, l’Agenzia per la protezione ambientale del Trentino, il servizio trasporti pubblici. Per conoscenza, la nota è stata inviata ad altri nove destinatari: Regione Lombardia, Veneto, Autorità di bacino del Po, Agenzia interregionale del fiume Po, Autorità di Bacino dell'Adige, al Dipartimento della Protezione civile del Trentino, al Dipartimento Agricoltura e foreste e Difesa del suolo, alla Protezione civile e a Dolomiti Energia. Insomma, nessun comune veronese è stato coinvolto, nulla neppure alla Comunità del Garda, né ad Ats, che sta lavorando per il nuovo collettore, niente ad Azienda gardesana servizi, che gestisce il ciclo integrato delle acque e il collettore, oltre al depuratore di Peschiera. «Quando era stato aperto lo scolmatore di Torbole per l'emergenza dell'Adige a ottobre 2018», aveva detto all'epoca Angelo Cresco, presidente di Ags, «abbiamo portato pazienza perché, appunto, era un’emergenza che ha evitato l'allagamento di territori trentini, di Pescantina, di Parona e di Verona. Ma non possiamo né vogliamo essere ancora spettatori passivi di queste operazioni». Tant'è che, nel contratto di lago che sarà firmato proprio il 10 marzo prossimo a Peschiera su input di Cresco, è stato individuato il sindaco di Malcesine, Giuseppe Lombardi quale referente proprio del problema delle aperture dello scolmatore. Non essendo ancora in vigore il «Contratto di lago», però, informazioni sull’apertura non ne sono arrivate nell'alto lago scaligero. «Come Comuni abbiamo appreso solo dalla stampa di questa imminente apertura», hanno confermato, non senza irritazione, dai comuni di Brenzone e Torri. Ben meno diplomatica la Comunità del Garda. «Non è più tollerabile la leggerezza con cui la Provincia autonoma di Trento approccia la questione. Mi sono molto risentito», ha tuonato il segretario generale, Pierlucio Ceresa, «perché si tratta di un modo di fare anacronistico che non considera il lago quale soggetto principale di tutto il sistema del bacino interregionale. Non siamo stati informati ufficialmente, né coinvolti: mi ha inviato il testo della lettera l'ingegner Mille, direttore dell'Aipo, altrimenti lo avrei appreso dalla stampa». •

Gerardo Musuraca

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