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«Volevo solo che ritornasse a casa»

La pattuglia dei carabinieri di San Bonifacio davanti alla stazione la sera dell’aggressioneIl sottotenente Ciro Talotti, comandante del Norm di San BonifacioAldo Oliverio, 53 anni, arrestato
La pattuglia dei carabinieri di San Bonifacio davanti alla stazione la sera dell’aggressioneIl sottotenente Ciro Talotti, comandante del Norm di San BonifacioAldo Oliverio, 53 anni, arrestato
La pattuglia dei carabinieri di San Bonifacio davanti alla stazione la sera dell’aggressioneIl sottotenente Ciro Talotti, comandante del Norm di San BonifacioAldo Oliverio, 53 anni, arrestato
La pattuglia dei carabinieri di San Bonifacio davanti alla stazione la sera dell’aggressioneIl sottotenente Ciro Talotti, comandante del Norm di San BonifacioAldo Oliverio, 53 anni, arrestato

Si è costituito l’uomo che domenica sera ha accoltellato la moglie Rosa Maria, il figlio Luca, che l’aveva soccorsa e un estraneo che era arrivato in loro aiuto, davanti alla stazione ferroviaria di San Bonifacio. Aldo Oliverio, 53 anni, di Crotone, ma da 23 anni residente a San Bonifacio, si trova ora in carcere a Montorio in attesa della convalida del fermo per tentato omicidio nei confronti della moglie e lesioni gravi nei confronti del figlio. La terza persona ferita, avendo riportato dieci giorni di prognosi, per legge, dovrà, se vorrà, presentare querela di parte. La moglie e il figlio dell’arrestato sono in prognosi riservata. La donna ha riportato le ferite più gravi perchè Oliverio, dopo averla aggredita le ha piantato delle coltellate in corpo standole seduto sopra. Ieri mattina il sottotenente Ciro Talotti, comandante del Nucleo radiomobile di San Bonifacio, ha tenuto una conferenza stampa nella caserma dei carabinieri. Secondo quanto ricostruito dai militari, dopo aver sentito sia i familiari che i testimoni, Oliverio ha aggredito la moglie che stava andando ad acquistare le sigarette alla stazione. La donna (55 anni) da una ventina di giorni circa era uscita di casa, stanca della situazione familiare. La coppia ha tre figli maschi e una figlia femmina e abita in via Martiri di Belfiore, in un quartiere piuttosto degradato. E come spesso accade nelle separazioni c’è chi parteggia per l’una e chi per l’altra parte. Uno dei figli, quello poi ferito (27 anni), era andato a vivere con la madre in un bed and breakfast vicino alla stazione. Con il padre, che è imprenditore edile, e di recente era finito anche in un’indagine della guardia di Finanza per false fatturazioni, erano rimasti un altro figlio che è ai domiciliari (coinvolto nella stessa indagine del padre), un terzo fratello e la figlia minorenne. Domenica pomeriggio, la donna e il figlio avevano incrociato il padre in un centro commerciale. E la coppia aveva anche parlato, ma senza particolari tensioni. Oliverio voleva «che la donna tornasse a casa e si riappacificasse». Alla sera, secondo la ricostruzione, mamma e figlio vanno in stazione per l’acquisto delle sigarette. E il padre, transitando li vede e stoppa l’auto. Il figlio, ipotizzando un ulteriore chiarimento si scosta, per lasciare i genitori liberi di dirsi quello che pensano, viste le argomentazioni molto delicate. Ma quando il giovane vede che il padre aggredisce la madre, interviene. Oliverio ha sferrato un colpo all’addome e uno all’emitorace, un altro all’avambraccio sinistro. La donna, dopo il primo colpo, è caduta a terra, e Oliverio, invece di fermarsi ha continuato a colpirla. A quel punto è intervenuto il figlio. Ma l’aggressore completamente fuori di testa si è rivoltato anche contro di lui, colpendolo alla schiena, senza rendersi conto che quel giovane era suo figlio. È stato a quel punto che è intervenuto anche Milomar Despot, 44 anni, il cittadino bosniaco, anche lui residente nella via della Stazione che ha sferrato un calcio da dietro all’uomo, e si è beccato a sua volta un paio di fendenti, per fortuna superficiali e giudicati guaribili in una decina di giorni. Oliverio è poi scappato in auto. È stata la donna a dire ai soccorritori che a colpirla era stato il marito. Sul posto è stata inviata l’ambulanza del 118. Mamma e figlio sono ricoverati al Fracastoro di San Bonifacio. I militari hanno subito tentato di contattare l’uomo al telefono, che però risultava spento. Lui nel frattempo si era messo in contatto con i suoi avvocati, Francesco Longhi e Giuseppe Trimeloni che gli hanno subito suggerito di costituirsi. Nel frattempo anche i carabinieri sono riusciti a contattare il fuggitivo che è stato agganciato dall’auto dei colleghi di Lonigo che lo hanno scortato fino al casello di Soave a San Bonifacio, dove c’erano i carabinieri della radiomobile che lo hanno preso in consegna. L’uomo è stato sentito in caserma, poi assieme ai suoi difensori è stato riportato in stazione, per cercare di recuperare il coltello serramanico usato per colpire le tre persone. È stato Oliverio a dire che aveva abbandonato il coltello dopo i ferimenti. Ma di quell’arma non è stata trovata traccia. Oliverio era conosciuto alle forze dell’ordine. Sul suo casellario risultano vecchi precedenti penali, ma dal 2000 più nulla, se non quell’indagine per false fatturazioni in cui sono stati coinvolti anche affiliati alla ’ndrangheta del clan Grande Aracri. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandra Vaccari

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