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Tamponi alla casa di riposo Il sindaco: «Vanno fatti subito»

La casa di riposo don Mussolin a San Bonifacio
La casa di riposo don Mussolin a San Bonifacio
La casa di riposo don Mussolin a San Bonifacio
La casa di riposo don Mussolin a San Bonifacio

«Impensabile mantenere questa situazione di incertezza: i tamponi vano fatti, e vanno fatti a tutti, entro questa settimana!». Non usa mezze misure Giampaolo Provoli, sindaco di San Bonifacio, relativamente alla situazione del Centro servizi Don Bortolo Mussolin. «È necessaria una fotografia della situazione attuale», dice, «non è pensabile che siano passate quattro settimane dall’unico a cui sono stati sottoposti lavoratori e ospiti. I tamponi», osserva, «sono l’unico strumento che abbiamo, l’unica strada da seguire. È una cosa troppo importante, non si può attendere ancora, soprattutto dopo la delibera di giunta regionale che calendarizza verifiche a cadenza quindicinale». Ad «armare» Provoli è il diffuso malcontento e la grande preoccupazione che molti tra i familiari degli anziani ospiti della Rsa di San Bonifacio gli hanno riportato: è il malessere di chi da mesi deve limitarsi a qualche videochiamata con i propri cari e che quotidianamente riceve, dai vertici della Fondazione Opere di assistenza e servizi integrati (Oasi) il bollettino relativo alle condizioni degli anziani positivi e ai ricoveri che l’aggravarsi di alcune situazioni rendono necessari. «Serve fare un punto zero di tutta la struttura. La presenza del virus è stata accertata il 14 aprile, poi ci sono stati i test sierologici e quindi il tampone che ha rivelato positività per l’80 per cento degli ospiti e per il 30 per cento dei lavoratori. In questa situazione un solo tampone pare inadeguato», osservano alcuni dei familiari. Per questa ragione a più riprese hanno chiesto che la Fondazione Oasi corresse sui tamponi: «Ci è stato spiegato che dipende dall’Ulss 9 e che ci si può solo attenere alla prassi prevista. Per noi, però, anche alla luce dei decessi che ci sono stati (9, 4 dei quali riferiti ad anziani con patologie terminali, ndr), una cosa del genere è inconcepibile!». Che le cose stiano in questi termini, del resto, la stessa presidente delle Oasi Maria Mastella lo ha ribadito giusto ieri, ospite della videoconferenza stampa che il direttore generale della Scaligera Pietro Girardi aveva organizzato anche per affrontare il tema delle case di riposo. Mastella ha portato in questa sede le pressanti richieste che arrivano dalle famiglie e Girardi, dal canto suo, ha ricordato come il piano complessivo per la provincia di Verona preveda lo svolgimento di 2.000 tamponi al giorno e che la cadenza prevista per la ripetizione dei test in ogni struttura, cioè su ospiti e lavoratori, è di 20 giorni. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Paola Dalli Cani

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