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Sale la tensione per la nuova Provinciale 10

La variante alla strada provinciale 10, lungo il progno: termina in un vigneto
La variante alla strada provinciale 10, lungo il progno: termina in un vigneto
La variante alla strada provinciale 10, lungo il progno: termina in un vigneto
La variante alla strada provinciale 10, lungo il progno: termina in un vigneto

Si apre il dibattito in vista della scadenza di giugno per l’approvazione del bilancio provinciale nel quale si vedrà quanto verrà stanziato per il completamento della nuova variante alla strada provinciale 10 della Val d’Illasi. C’è chi, come l’ex consigliere e assessore comunale di Caldiero Giancarlo De Robertis (L’Arena del 6 maggio) punta a portare fino a Zevio la pista ciclabile completata da Selva di Progno a Sant’Andrea e in via di completamento fino a Giazza, mentre è finanziata fino alle porte di Tregnago, e chi terrorizzato dall’esperienza precedente, che ha visto sfumare in una bolla inconcludente i sogni, vorrebbe che si lavorasse in concreto sulle certezze. È il caso del Comitato Sp 10 subito che mette le mani avanti: «Il completamento della variante alla strada provinciale 10 della Val d’Illasi comporterà un impegno di spesa preventivabile in circa 25 milioni di euro; vorremmo quindi evitare che ulteriori costi, seppur giustificabili, provochino la dilatazione dei tempi, la suddivisione dell’intervento in ulteriori lotti o, peggio ancora, il dirottamento delle risorse economiche altrove. In questi giorni i consigli comunali dei Comuni della Val d’Illasi stanno approvando all’unanimità la mozione a sostegno della strada provinciale 10, a comprova dell’assoluta priorità dell’opera rispetto a qualsiasi altra istanza. Chiediamo quindi che i fondi a disposizione della Provincia vengano destinati prima al completamento della variante all’Sp 10 e solo dopo, eventualmente, si potranno pensare, progettare e finanziare altre iniziative utili alla Val d’Illasi». La pensa allo stesso modo il consigliere regionale Stefano Valdegamberi che invita a non ripetere gli errori del passato: «Avanti concordi sul progetto di strada e una volta realizzata, ben vengano altre idee e progetti, altrimenti a voler troppo alla fine non si stringe nulla», ammonisce. I sindaci parlano a una sola voce per bocca del primo cittadino di Tregnago Simone Santellani e vanno cauti, anche se sono determinati nel ritenere che gli interventi proposti non rallenterebbero la realizzazione della strada Sp 10 né impoverirebbero le somme a destinazione. «Salvaguardia e tutela idraulica del Progno, variante della Sp 10 e pista ciclabile sono tre componenti di un unico sistema complesso che risponde al titolo "Sviluppo della Val d’Illasi". Infatti la realizzazione di una ciclabile di valle, auspicata da anni, favorirebbe lo sviluppo turistico sostenibile e ricettivo della nostra zona, sosterrebbe le colture di qualità e l’enogastronomia da sempre un nostro vanto e fonte di ricchezza. Le manutenzioni a breve tempo metterebbero in sicurezza una viabilità non all’altezza in attesa dell’intervento importante ma che necessariamente avrà bisogno di tempi più lunghi per la realizzazione; una volta realizzata la nuova Sp 10 questi tratti messi in sicurezza andranno a far parte della viabilità interna ai paesi in condizioni già ottimali. La circonvallazione di Cogollo è una necessità, ad esempio», osserva Santellani, «lo dimostra senza ombra di dubbio la casistica che riporta spesso episodi di incidenti anche gravi; indubbiamente la priorità è per una strada a scorrimento veloce che aspettiamo da decenni, ma gli enti pubblici che hanno nei lori statuti la tutela della sicurezza e della salvaguardia dei cittadini non possono non avere la lungimiranza di pensare anche a una soluzione per Cogollo, considerando anche i costi relativamente modesti dell’intervento. Inoltre le due opere godono di finanziamenti autonomi e l’uno non incide sull’altro, come anche la realizzazione della ciclabile». «Appurato che questi interventi non ritarderebbero o impoverirebbero le somme a disposizione per la Sp 10, appare sensato progettarle in una visione unitaria: una strada nuova deve tener conto di una possibile via d’accesso sportiva e turistica e non si possono rinviare ulteriormente opere di messa in sicurezza dell’attuale Sp 10 non garantendo la sicurezza dei nostri cittadini», osservano i sindaci, che invitano a non farsi irretire dall’apprensione per un’opera tanto attesa. «Certamente dobbiamo essere amministrazioni che vogliono fare, ma dobbiamo avere la serenità di giudizio per passare dal concetto del fare all’impegno del fare bene, a servizio di tutti ora e delle future generazioni», conclude Santellani. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Vittorio Zambaldo

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