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Pfas nel Po, l’assessore veneto dal ministro dell’Ambiente

Sono quattro i chili di sostanza inquinante che scorrono ogni giorno nel Po. Lo afferma l’assessore all’Ambiente della Regione Veneto Gianpaolo Bottacin, che domani incontrerà il ministro dell’Ambiente e gli chiederà che venga fatto il punto sulle misure necessarie per contrastare l’inquinamento da Pfas nel Po. Perché di questo si tratta, di Pfas, trovati in concentrazioni centinaia di volte più elevate di quelle presenti nel sito di Miteni, la fabbrica chimica vicentina considerata la fonte principale dell’inquinamento nelle province di Verona, Vicenza e Padova. Domani il ministro ha convocato a Roma la Conferenza del Bacino Padano, a cui parteciperanno tutti i responsabili dell’Ambiente di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Come previsto dall’ordine del giorno, il vertice affronterà l’inquinamento da smog, ma l’assessore veneto ha annunciato che porrà all’attenzione del ministro e dei colleghi anche quello dei limiti all’inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche (Pfas). La Regione del Veneto, infatti, ritiene che il problema necessiti di una soluzione da parte di tutte le regioni rivierasche perché i dati dei rilevamenti nelle acque del Po – che il Veneto ha già deciso di depositare alla Procura della Repubblica – confermano una presenza di Pfas di nuova generazione a livelli anomali. «I dati», sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente, «dimostrano che qualcuno lungo il Po sta sversando in grande quantità. Nel fiume, infatti, scorrono ogni giorno quattro chili di sostanza inquinante. È necessario che siano definiti subito i limiti da rispettare lungo tutto il corso perché se vengono fissati solo dal Veneto, ma non da chi ha competenza su altri tratti del fiume è un lavoro inutile che non porta ad alcuna soluzione». Al tavolo del Bacino Padano convocato dal Ministro saranno rappresentate tutte le regioni interessate. «Questa è quindi l’occasione adatta per sollecitare una strategia comune a questa emergenza», sottolinea Boattcin. L’assessore all’Ambiente del Veneto ha richiamato l’attenzione di tutte le Regioni interessate anche con una lettera, già inviata all’AiPo (Agenzia Interregionale per il Po). Intanto la Regione Veneto intende opporsi alla mancata ammissione davanti al Tribunale fallimentare di Vicenza di una parte delle proprie istanze di riconoscimento dei crediti al passivo del fallimento Miteni. Lo ha reso noto l’Avvocatura regionale. I termini per la notifica del ricorso in opposizione scadranno il 17 maggio. «Con un atto in corso di istruttoria e di redazione», spiega l’Avvocatura, «la Regione Veneto sta predisponendo l’opposizione al provvedimento con cui la sezione fallimentare del Tribunale di Vicenza ha in parte escluso per 4.825.000 euro le richieste di riconoscimento nel passivo della Miteni spa delle spese sostenute dalla Regione in relazione all’inquinamento ambientale causato dai Pfas prodotti nello stabilimento di Trissino. Le richieste della Regione saranno dirette a contestare il diniego manifestato dal fallimento nel riconoscere il nesso di causalità e la colpa della società fallita nel provocare lo stato di inquinamento, che al momento non sono state accertate da nessun diverso giudice». •

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