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Parrucchiere vogliono regole «Necessarie per aprire lunedì»

Maria Rosa Olivieri, Cinzia Castaldo e Mirella Olivieri  FOTO PECORA
Maria Rosa Olivieri, Cinzia Castaldo e Mirella Olivieri FOTO PECORA
Maria Rosa Olivieri, Cinzia Castaldo e Mirella Olivieri  FOTO PECORA
Maria Rosa Olivieri, Cinzia Castaldo e Mirella Olivieri FOTO PECORA

«Lunedì dovremmo finalmente poter riaprire il nostro negozio di parrucchiere. Ma le linee guida governative per il nostro settore, soprattutto quelle relative alla distanza tra una postazione di lavoro e l’altra nel negozio, non sono state ancora emanate. Per questo temiamo che la riapertura possa slittare più avanti. E noi rischiamo di non avere neanche il tempo necessario per poterci organizzare nel modo migliore per accontentare la nostra clientela che ci tempesta di telefonate chiedendoci un appuntamento al più presto possibile». A denunciare questa situazione di grave disagio e di incertezza sono Cinzia Castaldo con Maria Rosa e Mirella Olivieri, tre delle persone che operano nel rinomato centro Acconciature Maria Rosa, da oltre 40 anni in attività a Vago. Ma la loro voce non è sola perché raccoglie anche quella dei tanti altri colleghi che si sentono maltrattati dal governo in quanto sono quasi gli ultimi a poter riaprire il proprio negozio, con indicazioni precise fornite solo all’ultimo momento che rischiano anche di essere inattuabili. «Come facciamo», si chiede Mirella, «a tagliare e ad acconciare i capelli indossando dei guanti (portati sempre per tutti gli altri servizi) che riducono la sensibilità delle nostre mani e che, passando sulla testa dei nostri clienti, strattonano i loro capelli? Ci laveremo, ci igienizzeremo le mani prima e dopo ogni nuovo cliente. Però voglio sottolineare con forza che l’abitudine di lavarci e di igienizzarci le mani per noi non è affatto una novità dovuta a Covid-19. L’abbiamo sempre curata l’igiene delle mani con la massima attenzione e scrupolosità perché ne va della salute dei nostri clienti. Come del resto abbiamo sempre garantito l’igienizzazione dei nostri locali, dei camici che indossiamo, degli asciugamani e dei teli che adoperiamo per i clienti. Per il lavaggio di quest’ultimi ci siamo pure attrezzate già da tempo di una lavatrice di tipo industriale». «Lo stesso vale», aggiunge Maria Rosa, «per la disinfezione e anche per la sterilizzazione dei nostri strumenti di lavoro. L’abbiamo sempre curata come già prevedono le norme che regolano il lavoro degli acconciatori. Le novità legate a Covid-19 sono solamente due: l’uso delle mascherine quasi introvabili, non per colpa nostra, e le distanze che dobbiamo garantire tra un cliente e un altro. Distanze che rischiano di condizionare moltissimo la nostra possibilità di lavorare, facendo aumentare le spese e di conseguenza riducendo il fatturato, proprio a causa di questa pandemia». Durante il periodo di forzata chiusura (troppo lunga, non del tutto giustificata e che, ha senz’altro favorito l’abusivismo, secondo quanto ritengono le intervistate), Cinzia, Maria Rosa, Mirella e le collaboratrici che lavorano con loro, hanno seguito dei corsi di aggiornamento on line per tenersi al passo con le novità e per aumentare le proprie conoscenze che garantiscono la qualità del loro lavoro. Il tutto, però con entrate azzerate. «Per tutelare il lavoro anche alle collaboratrici», sottolinea Cinzia, «ci stiamo interessando per vedere se potremo svolgere la nostra attività anche recandoci nelle case dei nostri clienti, secondo la legge 174 del 2005». •

Giuseppe Corrà

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