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Morti in sette, ritrova i sopravvissuti

Luigi Sabaini e il gruppo di alpini riuniti a Vago
Luigi Sabaini e il gruppo di alpini riuniti a Vago
Luigi Sabaini e il gruppo di alpini riuniti a Vago
Luigi Sabaini e il gruppo di alpini riuniti a Vago

Mezzo secolo fa la tragedia di Ponticello di Braies, in una valle laterale alla Val Pusteria. Impossibile da dimenticare, per chi l’ha vissuta: sette alpini, tutti veronesi, uccisi da una slavina. Accadde il 7 marzo 1970. Nel cinquantesimo anniversario, un commilitone, Luigi Sabaini, del gruppo alpini di Caldiero, è riuscito a rintracciare ben 102 dei 120 compagni che facevano parte del VI Reggimento alpini, Battaglione Bassano, 62a Compagnia di stanza alla caserma Cantore di San Candido. Ne ha già incontrati 54. I compagni di naia non si sono dimenticati di quelle sette giovani vite spezzate. E un anno fa, in vista della ricorrenza particolare, Sabaini ha cominciato la sua personale ricerca con l’obiettivo di rintracciare tutti gli alpini superstiti e di organizzare una cerimonia in grande stile, con tutti gli alpini di allora a Ponticello di Braies, per rendere omaggio ai compagni uccisi dalla slavina. Sabaini è riuscito a rintracciare nel corso del 2019 ben 102 commilitoni (di essi, 15 sono risultati però morti nel frattempo), sparsi nel Veronese e nelle province di Vicenza, Milano, Como, Varese, Trento, Mantova e a Domodossola (provincia di Verbano – Ossola). «È STATA UNA LUNGA e laboriosa ricerca», spiega Luigi Sabaini, «perché il tabulato fornitomi al distretto militare di Verona della leva del 1970 a San Candido non era completo e presentava grosse lacune. Così mi sono messo alla ricerca nell'Archivio di Stato per rintracciare tutti gli alpini della 62a compagnia del '70, una ricerca che non è stata semplice». «Per fortuna ho trovato la piena disponibilità dell'Esercito italiano, in questo caso il distretto militare di Verona, nonché dei miei compagni Tiziano Padovani, Sergio Fenzi, Luigi Signorini, Gabriele Zanolli, del sergente Sergio Ferrari e di Romano Borghetto, che ci ha dato lo spunto per partire con la ricerca». Una volta trascritti nomi ed indirizzi e trovati i numeri di telefono di chi allora «faceva il militare» a San Candido, Sabaini ha iniziato a incontrarne alcuni e a contattarne altri. È stato un desiderio comune e condiviso, quello di ritrovarsi dopo 50 anni, per organizzare una cerimonia in ricordo dei sette sfortunati amici e compagni di allora. Così 54 commilitoni che fecero assieme la leva alla caserma Cantore nel 1970 si sono ritrovati a cena in un ristorante di Vago di Lavagno, il 30 novembre scorso. Nell'adunanza di compagni alpini, è stata messa a punto la visita con la cerimonia al monumento eretto dove avvenne l'incidente, che era stata programmata per il 2 giugno di quest’anno, l festa della Repubblica. «CHI L’AVREBBE DETTO che poi sarebbe arrivato il coronavirus?», dice Sabaini. «Non possiamo rispettare la scadenza che ci eravamo dati, ma è solo posticipata, a data per ora da destinarsi. Ma l’impegno è sempre quello: a fine estate o in autunno ci ritroveremo tutti a Ponticello di Braies». •

Zeno Martini

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