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Modi violenti con i bimbi tre maestre a processo

Il gip Raffaele Ferraro
Il gip Raffaele Ferraro
Il gip Raffaele Ferraro
Il gip Raffaele Ferraro

Avrebbero strattonato i bambini, mettendoli a sedere con forza quando loro non volevano, urlando anche con bestemmie e in un caso ci sarebbe stata anche una tirata di capelli. È quanto riporta il capo di imputazione a carico di tre maestre veronesi, che operano in una scuola materna dell’est veronese. Le indagini partirono da una segnalazione di due collaboratrici, quindi le forze dell’ordine piazzarono delle telecamere per acquisire i filmati in un periodo di circa nove mesi, mentre l’accusa inserisce i fatti tra il 2014 e il 2017 all’interno di questa scuola statale dell’infanzia. Per tutte e tre l’accusa, nel capo di imputazione redatto dal pubblico ministero Eugenia Bertini, parla di abuso di mezzi di correzione o di disciplina, mentre soltanto nei confronti di una maestra c’è anche l’ipotesi di reato di abbandono di minori. E questa educatrice è anche quella su cui pendono le accuse più gravi, come quella di aver tirato i capelli ad un giovanissimo ospite della scuola materna, oltre ad essersi assentata in più occasioni lasciando da soli i bambini: per le altre si parla di strattonamenti, trascinamenti e di aver rincorso i piccoli urlando e bestemmiando in alcune occasioni, per poi metterli a sedere con forza anche contro la loro volontà. Gesti che secondo la difesa per la maggior parte vanno inseriti nel contesto di una normale e quotidiana gestione educativa, tesi che parrebbe essere condivisa dal pma, almeno in parte, per due delle tre: per loro, assistite rispettivamente dagli avvocati Filippo Vicentini eIlaria Pietropoli e da Stefano Casali con Martina Morelli, la richiesta è di due mesi, per la terza insegnante, sui cui pendono le accuse più gravi e che è difesa da Andrea Morabito, il pm ha chiesto lotto mesi. Ieri davanti al gip Raffaele Ferraro hanno parlato gli avvocati della difesa, l’accusa e la parte civile: appuntamento al 13 febbraio con la probabile sentenza per le maestre.

L.M.

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