<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Madre di disabile denuncia «Ostaggi delle auto da rally»

L’ex strada militare sulla quale si svolgono i test di rally
L’ex strada militare sulla quale si svolgono i test di rally
L’ex strada militare sulla quale si svolgono i test di rally
L’ex strada militare sulla quale si svolgono i test di rally

«Ostaggi» dei test delle auto da rally: «Serve una stretta perché la situazione è sfuggita di mano. Giovedì sono stata fermata sotto il sole e 42 gradi». La denuncia arriva da una donna di Roncà, madre di una figlia con disabilità, che non vuole comparire con nome e cognome perché, sostiene, «in passato ho fatto una mia personale crociata per istituire un fondo chiuso nella mia proprietà, e tenere i cacciatori lontani dalla casa, e casualmente poi il mio cane è morto avvelenato». Lo sfondo è quel tratto di ex strada militare lungo via Campanari e via Nieri (fino all’acquedotto del Monte Duello) dove da anni il Comune concede (a pagamento) la possibilità di effettuare test per macchine da rally, stessa possibilità prevista anche sul tratto di strada che va da via Roncolati all’incrocio col ristorante Ciclamino. «Sono anni che siamo ostaggi di test che si ripetono con frequenza impressionante, portano mezzi pesanti su queste stradine strette e rumori molesti, usurano l’asfalto pagato da tutti e sono pericolose: non ci sono mai avvisi, non ci sono controlli agli accessi laterali e puoi passare solo se non ci sono auto impegnate nei test, sennò ti fermano», dice la donna. Così a lei sarebbe successo giovedì pomeriggio: «Dovevo scendere in paese per andare dal medico e mi hanno fatto passare perché non c’era nessuna auto. Al ritorno mi hanno fermata perché c’era un test in corso: io ho forzato, avevo mia figlia a casa, ho tirato dritto e per tutta risposta mi hanno fotografato auto e targa. Non appena a casa ho chiamato i carabinieri». A fare un giro lungo le due strade si notano sì i segni degli pneumatici sull’asfalto ma anche i paletti di legno a cui sono appiccicate buste di plastica che, presumibilmente, dovrebbero servire a contenere le ordinanze con le quali il Comune autorizza i test. All’inizio del tratto di via Campanari in una delle buste c’è anche il disegno di un divieto di accesso, stesso divieto e stessa busta che si trova all’inizio del tratto di via Roncolati con la differenza che questo divieto è riferito a un test dello scorso 12 aprile. Il neo sindaco Lorenzo Ruggeroni prende atto della segnalazione: «Se le cose sono andate così me ne rammarico. Il Comune, quando autorizza questi test, impone una serie di condizioni: la collocazione di idonea segnaletica di avviso con congruo anticipo, la segnalazione di percorsi alternativi, il via libera al transito di chiunque avesse necessità, la rimozione della segnaletica post evento». «Sono cose risapute», dice Ruggeroni, «tant’è che in molti casi sono gli stessi organizzatori che formalizzano questi impegni già con la richiesta». Pecca però pure il Comune perché, anche a voler acquisire informazioni autonomamente, il portale istituzionale è fermo alle autorizzazioni per il 14 e 18 giugno sebbene nella giornata di giovedì 27 fosse stata autorizzata una sessione di prove tecniche dalle 14 alle 17. E i controlli? «Il vigile quando è possibile si occupa di controllare e data la segnalazione mi impegno a prevedere controlli più frequenti. Non solo», aggiunge il primo cittadino, «mi impegno a contingentare gli eventi prevedendone al massimo uno a settimana e a destinare parte dei proventi della concessione delle strade ad interventi della zona interessata o della mobilità». La concessione delle strade per il 2018 aveva fruttato al Comune di Roncà 9500 euro: fino a marzo, per il 2019, sono stati incassati 2350 euro, in ogni caso entrate correnti spendibili senza vincolo alcuno. •

Paola Dalli Cani

Suggerimenti