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La protesta dei negozianti «Fateci lavorare subito»

«Non incassiamo un centesimo da due mesi, ormai. Ci sia consentito di riaprire l'attività in sicurezza, con prescrizioni attuabili, però in tempi brevi e con agevolazioni economiche. Governo, facci lavorare e aiutaci, altrimenti per tanti, troppi, è la fine». Chiaro l'appello lanciato a governo e Regione ieri mattina, durante un flash mob a Zevio al quale hanno aderito buona parte delle partite Iva del Comune, in testa i titolari dei negozi di capoluogo e frazioni. Tutti rigorosamente vestiti di nero. L’ evento è iniziato silenziosamente alle 11 per concludersi un'ora dopo. Nessun assembramento: davanti ad ogni negozio presenti solo i titolari dell'attività con in mano cartelli grande formato: «Non andrà tutto bene». Già, la prospettiva di rialzare la serranda tra venti giorni fa tremare i polsi a tutti. In strada pure Diego Ruzza. «In questo momento estremamente drammatico vorremmo fare la nostra parte se Roma darà strumenti, protocolli applicabili e tempi certi per il ritorno alla normalità». Al primo cittadino fa eco Sandra Murari, presidente della Confesercenti locale: «Siamo tutti sulla stessa barca, dobbiamo remare tutti insieme se vogliamo arrivare alla terra ferma. Pochi di noi» continua Murari, hanno finora incassato l'assegno da 600 euro annunciato da Roma. Le banche cui è stata demandata l'erogazione dei mutui da 25mila euro garantiti dallo Stato, sembra facciano orecchie da mercante. A noi provvederà la Caritas?». Vede nero anche Enrico Soave, titolare del bar-gelateria White es di Santa Maria. «Mi domando come sia concepibile un fermo lungo tre mesi. Sarebbe più logico commisurare le restrizioni alle percentuali di contagio». Elena e Maria Vittoria Ronca, contitolari dello storico negozio di abbigliamento Ronca, una ventina di dipendenti in cassa integrazione e ancora nessun riconoscimento Inps, si sfogano: «Abbiamo ordinato il caffè al bar al telefono. Ora aspettiamo che ce lo recapitino in strada. Così, paradossalmente, prevede la procedura». •

P.T.

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