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«Impianto, Provincia immobile»

Simone Albi, sindaco uscente di Lavagno
Simone Albi, sindaco uscente di Lavagno
Simone Albi, sindaco uscente di Lavagno
Simone Albi, sindaco uscente di Lavagno

La possibile collocazione dell’impianto di raccolta, frantumazione e trasformazione di materiali edili che la ditta Tl Scavi ha chiesto di poter collocare di fianco alla strada Porcilana, quasi a ridosso dell’antico monastero di Lepia e, in conseguenza, alla località Vago, allarma moltissimo anche l’amministrazione comunale di Lavagno (e fa da detonatore in un clima elettorale rovente) per l’impatto negativo che potrà avere sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. La richiesta è davanti alla commissione tecnica Via (Valutazione dell’impatto ambientale) della Provincia la quale non potrà negare il proprio parere positivo se tale progetto soddisfa le normative di legge che regolano questo tipo di impianti. Però, anche dopo il parere della commissione tecnica provinciale, l’iter non è ancora del tutto concluso. L’oggetto della contesa che, al momento, interessa il Comune di Caldiero e la ditta Tl scavi, riguarda l’impianto di riciclaggio, smaltimento e recupero di rifiuti che si vorrebbe realizzare all’ingresso della frazione di Caldierino, vicino al torrente Illasi, all'altezza della rotatoria tra la strada regionale nuova Porcilana e lo svincolo della frazione, ma anche a due passi dall’antico monastero di Lepia, dal sito archeologico del castelliere quasi in faccia allo stesso monastero e, in linea d’aria, assai prossima alla frazione Vago, tutte realtà questr ultime del territorio di Lavagno. L'amministrazione comunale di Caldiero si sta opponendo da circa un anno a questo impianto con una serie di osservazioni negative. La stessa cosa non ha potuto fare il Comune di Lavagno perché non informato anche perché qualcuno a Caldiero aveva ritenuto che al problema fosse interessato il Comune di Zevio. Ma i confini comunali anche sulla carta sono ben diversi. La scelta del sito in cui realizzare quest’impianto, pure se il Comune di Caldiero ne ha uno apposito in altra località, non è casuale perché esso si trova all’imbocco di una grande strada di scorrimento come la nuova Porcilana. Oggi i materiali edili da lavorare sono stati ridotti rispetto al progetto originale che la ditta aveva presentato. Ma resta il fatto che le popolazioni di Caldierino e di Vago temono che l’impianto possa produrre rumore, polveri inquinanti e con i propri camion intasamenti della viabilità sulla Porcilana, già congestionata di suo. Verrebbe a trovarsi, infatti, a una distanza di soli 500 metri dal quartiere residenziale di Caldierino ed altrettanti, se non di meno, da Vago. Inoltre verrebbe realizzato lungo la fascia di rispetto del torrente Illasi la cui possibile esondazione risulterebbe assai pericolosa. A questo proposito, è da sottolineare che Caldierino ha una località chiamata «Rota» proprio a ricordo di un’antica rotta del torrente nominato. La possibilità di insediamento di questo impianto è già stata negata dai Comuni vicini di Illasi e di Colognola i Colli e non si capisce perché ora dovrebbe insediarsi a Caldierino. «Ho parlato nei giorni scorsi in occasione dell’assemblea di Acque Veronesi», afferma Simone Albi, primo cittadino a Lavagno, «con il sindaco di Caldiero e gli ho dato il massimo supporto come amministrazione». «È, comunque, sorprendente», aggiunge, «come il mio assessore David di Michele, nonché vice presidente della Provincia, abbia ignorato completamente la questione dopo esser stato ampiamente informato direttamente dal sindaco di Caldiero con una lettera rivolta al presidente e a tutti i consiglieri provinciali della situazione. Le questioni sono due: o era in altre faccende affaccendato, sul tipo di quella di portare il Pordenone in serie B, o sta coltivando interessi che non hanno al primo posto la tutela e la salvaguardia della salute pubblica. In entrambi i casi, è palese che non risulta assolutamente idoneo a ricoprire la carica di sindaco del nostro Comune». Altrettanto sferzante la risposta di Di Michele in nome anche dell’Amministrazione provinciale: «Albi ormai da anni ha spento il motore in Comune a Lavagno forse impegnato in viaggi, in ansie di posizionarsi all’interno di vari partiti o della sua candidatura a sindaco di Velo». Poi aggiunge pure una nota tecnica: «La procedura in questione è gestita direttamente dal Comune di Caldiero e dalla Provincia che è chiamata solo a dare un parere di carattere ambientale. Preciso, tra l’altro, che la delega all’ambiente non è del presidente Scalzotto, né mia. La commissione tecnica valuta solo se l’impianto rispetta le normative legate alla Via, oppure no. Poi il progetto continuerà il proprio iter». «Albi è in confusione o in mala fede perché non ha riferito di nulla né tanto meno ha mandato uno scritto in Provincia. E poi, cosa ancor più grave essendo un tecnico, dovrebbe conoscere le norme in materia. Perciò gli suggerisco di ripassarsele». •

Giuseppe Corrà

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