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Il vigneto e i suoi insetti Ali rosse e blu servono a spaventare

I partecipanti al «bio blitz» nel vigneto
I partecipanti al «bio blitz» nel vigneto
I partecipanti al «bio blitz» nel vigneto
I partecipanti al «bio blitz» nel vigneto

Undici esploratori ambientali alla scoperta della biodiversità in vigna: Rossella, Marcella, Tina, Fania, Daniele, Federico, Lucia, Francesco, Mirko, Loris e Marco, che sono tutti utenti del Centro diurno della cooperativa sociale Cpl servizi Onlus, hanno sottoposto ad «esame» un vigneto per capire, dalla popolazione che lo abita, quanto sia salubre. L’invito alle persone con diversa abilità della cooperativa sambonifacese è arrivato nuovamente da Stefano Posenato, il vignaiolo che da anni ha scelto di condividere con loro alcuni momenti della sua vita professionale. Quest’anno Posenato, che a Montecchia di Crosara è l’anima dell’azienda agricola Le Albare, li ha invitati assieme agli operatori Giorgia Dal Cero e Federico Frison a scoprire, con i tecnici della Wba World biodiversity association, tutta la vita che c’è in vigna. «Oggi possiamo verificare come una gestione ottimale del vigneto può favorire l’integrazione con l’ambiente naturale e il fiorire della vita, esattamente come accade nel giardino di casa», spiega Enrico Ruzzier, entomologo ricercatore che è anche vice presidente della Wba ed è la guida tecnica del «bio blitz» in vigna. «Nell’ottica delle nuove tecniche di gestione del vigneto, è possibile dimostrare che una realtà produttiva integrata col territorio può esistere e e che la biodiversità è parte del vigneto stesso: più biodiversità troviamo», spiega Ruzzier agli ospiti, «più il vigneto è sostenibile e può garantire un prodotto di qualità in un territorio di qualità del quale, davvero, il viticoltore si fa custode». Si scopre così, «cacciando» gli insetti che dopo essere stati ammirati vengono subito liberati, che ali blu e rosse servono per spaventare, che sotto ai sassi ci sono animali che si gustano l’umidità della notte, che ognuno di essi ha un ruolo fondamentale e imprescindibile nell’ambiente. Basta poco, poi, per accorgersi che di specie di cavallette ce ne sono tante ma anche che i ragazzi, quando Ruzzier racconta loro che c’è chi le frigge e le sgranocchia come patatine, tengono alta la bandiera della carbonara. Per Posenato è una sorta di esame, «questo momento di ascolto della natura, di scoperta della vita che c’è nel vigneto è una tappa del percorso salutare, sostenibile ed etico che ho scelto e del quale sono testimonial». Le sue sono vigne che già dalla prossima vendemmia saranno probabilmente certificate Wba e il blitz coi ragazzi della Cpl serve anche per scopire i licheni presenti nelle piante, «che funzionano come aspirapolveri naturali che assorbono zinco e inquinanti», spiega Posenato. Lo ascoltano anche Igor Bonvento (certificatore Wba), Susan Hedblad (che si occupa di strategia digitale e internazionalizzazione per il Consorzio del Soave) e alcuni produttori del Soave e del Valpolicella in visita alle vigne di località Monte Maiore perché orientati a far lo stesso con le loro. Tavolata finale sotto i filari con l’immancabile pastasciutta che Giovanni e Silvana, i genitori di Stefano, hanno organizzato ancora per i loro amatissimi ospiti. •

P.D.C.

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