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Ciliegie, mercato
a prova
di Covid-19

Il mercato aperto a produttori e rivenditori è molto affollato, ma nel rispetto delle norme  di sicurezza
Il mercato aperto a produttori e rivenditori è molto affollato, ma nel rispetto delle norme di sicurezza
Mercato cerasicolo (Pecora)

Check-point all’ingresso, guanti e mascherine, piazzole di vendita disposte a scacchiera e sanificazione quotidiana: le misure di sicurezza legate al Covid-19 cambiano così il mercato cerasicolo di Montecchia di Crosara. Sono 10 giorni che il mercato ha aperto inaugurando la stagione 2020 e a fronte dell’indubbio vantaggio legato al fatto di essere in uno spazio all’aperto, anche qui sono scattate misure anticontagio. «Adempimenti gestibili», spiega Davide Danese, presidente dell’Associazione cerasicoltori di Montecchia, «ma che comunque hanno reso necessarie due persone in più». Cambia l’accesso, perché si entra da una corsia riservata e si accede all’area mercato due alla volta dopo la verifica dell’utilizzo di guanti e mascherina. All’interno dell’area mercatale, ai produttori viene indicata la piazzola da occupare secondo un disegno che distanzia un produttore dall’altro a scacchiera, utilizzando le stesse casse di ciliegie come pareti divisorie. «I percorsi pedonali interni, quando si aprono le contrattazioni, diventano i corridoi che vengono percorsi dai commercianti dopo essere passati da tre varchi che servono per contingentare le persone», aggiunge Danese. Una volta concluse le trattative, dall’area coperta escono tutti e a movimentare la merce provvedono solo i mulettisti che la spostano dalla piazzola del produttore allo stallo del commerciante. «Questa organizzazione rigida consente l’accesso all’area solo a produttori e commercianti e abbiamo fatto la scelta di tenere il bar chiuso e non prevedere distributori automatici proprio per evitare accessi impropri e assembramenti. Abbiamo risagomato anche tutta l’area parcheggio per poter avere ordine e devo dire che le cose funzionano», dice Danese. Le variazioni più sostanziali sono quelle che nelle prossime settimane interesseranno la sala lavorazioni: «Ogni posizione di lavoro, dove l’operatore sarà impegnato con guanti e mascherina, sarà dotata di pannelli in plexiglass in modo da renderla indipendente dalle altre», spiega il direttore Andrea Braga, «saranno utilizzati prodotti sanificanti per le ciliegie e filtri antibatterici per l’impianto di aerazione». Stagione partita, dunque, e per quanto riguarda le ciliegie precoci il quadro è tutto sommato positivo: «Siamo in equilibrio perché la sovrapproduzione in media valle si bilancia con la perdita di produzione, a causa di siccità prima e gelo poi, della bassa valle. In generale a fronte di ciliegie sanissime abbiamo registrato una pezzatura più piccola: le migliori precoci hanno viaggiato anche a 8 euro il chilo fino a scendere tra 1,50 e 3 euro per il confezionamento in plastica e sempre in conseguenza del calibro più contenuto». Se la fase delle precoci si avvia a conclusione con una previsione di circa 900 quintali complessivi, quella che vede protagoniste le ciliegie un po’ più tardive si annuncia una stagione molto buona tanto dal punto di vista quantitativo, complice anche l’escursione termica di questi ultimi giorni, che qualitativo. «Confidiamo tutti nella crescita della domanda», osserva Danese, «perché sebbene le precoci, prodotto ad altissima deperibilità, non abbiano registrato invenduto, si sente eccome l’effetto dei campeggi chiusi sul lago di Garda, spiagge deserte, Venezia ancora addormentata e tanti dettaglianti ancora chiusi». •

Paola Dalli Cani

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