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Chiusura forzata? Non paghi la Tari

Il sindaco Marcello Lovato
Il sindaco Marcello Lovato
Il sindaco Marcello Lovato
Il sindaco Marcello Lovato

Sono circa 700 le attività produttive che si sono fermate a Caldiero durante l'emergenza sanitaria. Praticamente tutte, a parte la farmacia, i supermercati e i negozi di generi alimentari. Così gli amministratori comunali hanno cercato e trovato una soluzione per sostenere almeno le situazioni più critiche, in modo che non chiudano. Dopo le rette pagate alle scuole dell'infanzia al posto delle famiglie a partire da maggio, la Giunta comunale ha varato un piano di aiuti a favore degli esercizi pubblici rimasti chiusi a marzo ed aprile. «Si tratta di un sostegno commisurato alla tassa sui rifiuti Tari per i mesi di chiusura», spiega il vicesindaco Francesco Fasoli, delegato alle attività economiche, «di cui possono beneficiare le imprese che sono chiuse da inizio marzo». Fino al 29 maggio, gli esercenti in regola con i pagamenti della Tari pregressi, potranno chiedere al Comune questa forma di sostegno economico che corrisponde ai due dodicesimi della tariffa pagata per lo smaltimento dei rifiuti. La modulistica è reperibile sul sito istituzionale del Comune. «Dobbiamo dare atto che questa iniziativa è stata possibile per l’intenso lavoro dell’ufficio comunale tributi», precisa il sindaco Marcello Lovato, «coordinato dal funzionario Michele Cattazzo e dal segretario comunale Nicola Fraccarollo, che in queste settimane hanno trovato questa soluzione, per essere vicini alle nostre attività economiche». Si tratta del terzo provvedimento concreto che il Comune adotta per sostenere famiglie ed imprese del paese (in marzo era stata prorogata la scadenza del saldo della tassa sui rifiuti per il 2019, poi la giunta aveva approvato il sostegno alle famiglie dei bambini che frequentano le scuole materne e gli asili nido). Tali interventi diretti, si sommano all’erogazione dei buoni pasto tramite l’Unione dei Comuni Verona Est. «Abbiamo scelto di iniziare con una misura concreta e sostanziale», riprende il vicesindaco Fasoli, «Così facendo, daremo liquidità immediata agli esercenti e agli imprenditori, sotto forma di contributo sulla Tari». «Gli uffici comunali stanno esaminando tutte le opzioni per poter aiutare i cittadini sul fronte della riduzione delle imposte. Nella consapevolezza però che, a riduzione del gettito fiscale, corrisponderà per forza di cose una riduzione dei servizi alla cittadinanza. Siamo consapevoli che quello che garantiamo è poco, ma è il massimo di quello che possiamo fare adesso», afferma il sindaco Lovato. «Sono sinceramente sconsolato nel vedere quotidianamente famiglie ed imprese in difficoltà e di contro sentire solo proclami dalla politica. Purtroppo gli unici che fanno qualcosa di concreto restano anche in questo frangente i Comuni. È desolante vedere che invece di studiare interventi concreti per aiutare le attività produttive e i più deboli, tra Venezia e Roma si litighi se aprire prima o dopo i bar e le seconde case. I politici non si rendono conto del rischio che i nostri imprenditori e commercianti non riescano più a riaprire, facendo saltare i posti di lavoro». Caldiero conta più di 700 attività economiche. Tra esse 15 tra bar, gelaterie e pasticcerie, 25 attività di parrucchiere, barbiere ed estetiste, 10 tra ristoranti e pizzerie, quattro hotel, alberghi e strutture ricettive, sette tra pizzerie al taglio e piadinerie e più di una quarantina di negozi al dettaglio. •

Zeno Martini

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