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L'appello della sorella di Valentino Da Campo

«Cerco la verità sulla morte di Vale»

L'appello della sorella di Valentino Da Campo
Valentino Da Campo
Valentino Da Campo
Valentino Da Campo
Valentino Da Campo

«Vi scongiuro chiunque abbia visto qualche cosa me lo faccia sapere. Vi prego di non lasciare che sulla sua morte non esca la verità».  È l’accorato e straziante appello di Francesca Da Campo, a sei mesi dalla morte dell’amatissimo fratello Valentino. Francesca non sa darsi pace e su facebook dà voce ai suoi dubbi: «Ora non sono qui per giudicare nessuno, per le strade ci siamo tutti e l’errore umano può capitare in ogni momento, ma chiedo dal profondo del cuore a chi ha visto, di dirmi come esattamente sono andate le cose». 

L’indimenticabile Vale, così lo chiamavano familiari e amici, è stato strappato alla vita mentre in sella alla sua moto tornava a casa, a Vestenavecchia, lo scorso 16 marzo, in un terribile schianto lungo la Provinciale 17 della Val d’Alpone. Era l’ora di pranzo di un soleggiato e tranquillo sabato e non è chiaro se qualcuno avesse assistito all’incidente, rimasto inspiegabile, soprattutto per il fatto che Valentino era un espertissimo pilota da rally e anche di moto.

Uno schianto anomalo, che ha lasciato interrogativi ai quali la sorella Francesca vorrebbe dare risposte, seppur consapevole che: «Valentino non me lo riporterà nessuno, ma ha diritto di avere giustizia e soprattutto che la verità venga a galla».

Secondo i familiari qualcosa non torna su quanto accaduto su quelle poche decine di metri d’asfalto immediatamente dopo il dosso, oltre il bivio che conduce a Castello di San Giovanni Ilarione, e Francesca consegna ai social i dubbi che la assillano: «Da voci sempre più ricorrenti pare che quel giorno e a quell’ora sul posto dell’incidente fossero presenti dei mezzi agricoli, che a quanto pare hanno modificato o addirittura ostruito il passaggio della moto di Vale, dimostrato anche dall’ingiustificata lunga frenata lasciata sull’asfalto».

Una frenata che tutti hanno potuto vedere in quelle giornate di lutto per le comunità dell’alta Val d’Alpone, essendo Valentino l’amico di tutti. La sua allegria e simpatia hanno lasciato un vuoto incolmabile fra gli amici appassionati di rally e di calcio, al punto che già lo scorso maggio hanno dedicato una partita di pallone in suo ricordo sul campo sportivo di Vestenanova. Valentino era un asso al volante delle auto da rally e non aveva mai fatto incidenti. Aveva una tale dimestichezza con le quattro e le due ruote che non era da lui finire fuori strada così, contro quel palo maledetto che si è trovato proprio sulla sua traiettoria quando ha perso il controllo della sua Yamaha 900 ed è volato impattando tragicamente con la testa. Ora due girasoli campeggiano su quell’insegna della fermata degli autobus e ricordano a quanti passano che lì, in pochi istanti, si è spezzata la vita di uomo dal fisico atletico e vigoroso che aveva 42 anni, ma ne mostrava molti meno, era pieno di vita, sempre di corsa, inarrestabile e anche per questo «Nessuno di noi è pronto a dire addio a una persona cara e tanto meno a perderla in una maniera così ingiustificata», scrive affranta Francesca, la sorella maggiore di Valentino, che è sposata, vive a Padova e ha due figli. 

Il fratello Saverio e mamma Renata abitano a Vestenavecchia nella stessa casa dove Valentino stava progettando il suo futuro. Unica consolazione al dolore dei familiari, rimane la donazione degli organi con due destinazioni nella Rete Nazionale Trapianti: alla Banca dei Tessuti di Treviso e all’Ospedale Pediatrico del Bambin Gesù di Roma (valvole cardiache). Quella di Valentino Da Campo è una tragedia familiare, ma anche della comunità che fa riflettere e ci riporta all’attualità e all’inarrestabile sequela di giovani vite spezzate in sella alle due ruote sulle strade della nostra provincia. Non c’è rancore, ma solo tanta voglia di verità nell’appello di Francesca Da Campo che chiude con un «Grazie infinite a chi mi aiuterà… Contattatemi 340.8337706».

Mariella Gugole

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