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Aggredito nel parcheggio Arrestati i tre picchiatori

I soccorritori di Verona Emergenza arrivati con l’elicottero portano via l’uomo gravemente feritoLa chiazza di sangue lasciata dal ferito DIENNE FOTO
I soccorritori di Verona Emergenza arrivati con l’elicottero portano via l’uomo gravemente feritoLa chiazza di sangue lasciata dal ferito DIENNE FOTO
I soccorritori di Verona Emergenza arrivati con l’elicottero portano via l’uomo gravemente feritoLa chiazza di sangue lasciata dal ferito DIENNE FOTO
I soccorritori di Verona Emergenza arrivati con l’elicottero portano via l’uomo gravemente feritoLa chiazza di sangue lasciata dal ferito DIENNE FOTO

Aggredito nel parcheggio del Soave center, un centro commerciale alla periferia del paese, nei pressi del casello autostradale. Forse con una roncola, o una mazza, o un machete, le versioni sono varie, ma sul posto sono state trovate una roncola e una mazza. Ieri pomeriggio un uomo di nazionalità marocchina è stato inseguito e poi ferito da tre connazionali. Ora si trova in gravi condizioni in ospedale a Borgo Trento. Dopo il suo arrivo in ospedale è stato sottoposto ad un intervento chirurgico. La vittima ha riportato gravi lesioni alla testa che per i colpi si è gonfiata molto e ha la frattura del setto nasale, oltre ad altri traumi. LA TESTIMONIANZA. «Non ho visto la scena dall’inizio», dice un ragazzo maghrebino che ha sposato un’italiana, «quindi non so descrivere tutto. Ho soltanto visto quell’uomo a terra, svenuto che aveva una sorta di ascia piantata nella schiena, non si muoveva. Poi è arrivato l’elicottero e gli infermieri lo hanno portato via». Ma dell’ascia piantata nella schiena non c’è traccia nei verbali, quindi questa versione sembra essere destinata a restare tra le notizie non veritiere. Nel parcheggio del centro commerciale, poco dopo il fattaccio restava una grossa chiazza di sangue. Le ferite debbono essere state parecchio profonde. L’uomo è svenuto, e quando è partito alla volta del polo Confortini, il suo era un codice rosso, quello più grave. LE IPOTESI. «Sarà stato sicuramente un regolamento di conti», dice un giovane italiano, «vedi quel capannone abbandonato lì davanti? vanno tutti lì dentro, a spacciare a dormire. Poi si ritrovano qui in questo parcheggio. E vedi lì?», dice il giovane che ha l’aria di saperla lunga, «hanno aperto un posto dove si può fumare il narghilè. Sono bravi ragazzi, per dire da loro neanche si può consumare alcol. E loro i soggetti come spacciatori e delinquenti li tengono lontani. Io stesso li ho visti più volte dire a certe persone che non erano gradite. Ti tesserano se vuoi andare dentro e quindi possono rifiutarsi di farti entrare». L’ALLARME. A dare l’allarme, ieri pomeriggio dopo le 16 è stata un’avventrice del supermercato. Ha visto i tre inseguire il quarto e anche l’aggressione. La donna è stata in grado anche di descrivere l’auto con cui il gruppetto è fuggito e pure di dare un numero parziale della targa della vettura di colore scuro. Ieri, dopo il fatto, in un’ora di permanenza in quel parcheggio, di persone italiane se ne sono viste davvero poche. E anche la teste chiave è una donna straniera. Il centro è frequentato soprattutto da signore con il chador sulla testa e da immigrati nord africani. Scattato l’allarme a Verona Emergenza, è partito anche quello ai carabinieri. LA SVOLTA. In meno di un’ora i militari hanno portato in caserma cinque persone. Più di quelle descritte nel blitz punitivo, ma i carabinieri fin dall’inizio erano convinti che tra quegli stranieri ci fosse sicuramente chi aveva ferito l’uomo. E infatti, messi alle strette tre dei sospettati hanno ammesso di aver partecipato alla spedizione punitiva. Hanno detto che ieri, la persona «punita» aveva spaccato il parabrezza dell’auto di uno di loro. Per quale ragione non è dato sapere. TENTATO OMICIDIO. I fermati per tentato omicidio sono tre incensurati. Uno residente a Padova, ma domiciliato a San Bonifacio e due senza fissa dimora. L’unico ad avere precedenti, sia per spaccio che per reati contro il patrimonio è il ferito. LE INDAGINI. I carabinieri di San Bonifacio dopo aver avuto la targa parziale hanno inserito i dati a terminale e hanno scoperto dove abitava l’uomo al volante, quindi hanno inviato una pattuglia nei pressi di casa sua, mentre altre auto setacciavano la zona che solitamente è abitata da immigrati irregolari, in via Oberdan a San Bonifacio. E così il cerchio si è chiuso. I militari hanno anche recuperato una mazza e una roncola. LA MOTIVAZIONE. I tre fermati hanno sostenuto che la roncola fosse della vittima e hanno anche raccontato, ma la versione è davvero poco credibile, di essersi recati al centro commerciale a fare acquisti in un negozio di abbigliamento gestito da cinesi, dove guarda caso, hanno accidentalmente incrociato il connazionale che il giorno prima aveva rotto loro i cristalli dell’auto. Lo hanno inseguito nel parcheggio e quindi una volta che l’hanno raggiunto lo hanno massacrato di botte. Vi sono ulteriori accertamenti per capire il reale motivo dell’aggressione e i rapporti tra i quattro uomini. Nelle prossime ore i tre stranieri compariranno davanti al giudice per la convalida del loro arresto. Hanno trascorso la notte nelle celle di sicurezza della caserma di San Bonifacio in attesa del trasferimento in tribunale questa mattina quando verranno ascoltati alla presenza di avvocato. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandra Vaccari

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