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Parte la seconda fase

Studio del genoma
dei tumori, ateneo
scaligero capofila

Parte la seconda fase
da sinistra Rita Lawlor, Andrew Biankin, Aldo Scarpa, Michele Milella
da sinistra Rita Lawlor, Andrew Biankin, Aldo Scarpa, Michele Milella
da sinistra Rita Lawlor, Andrew Biankin, Aldo Scarpa, Michele Milella
da sinistra Rita Lawlor, Andrew Biankin, Aldo Scarpa, Michele Milella

Verona, con il suo ateneo, è capofila italiana nel progetto Argo del Consorzio internazionale sul genoma dei tumori. Dopo aver studiato il sequenziamento del genoma dei tumori, si entra in una nuova fase nella ricerca della cura del cancro.

 

A testimoniare il ruolo chiave dell’ Università scaligera, la presenza di Andrew V. Biankin, direttore del Consorzio, a Verona per avviare la seconda parte dello studio, denominata Argo che intende creare una rete di infrastrutture per sperimentazioni cliniche multicentriche, che potranno permettere negli anni a venire ai pazienti di usufruire dei farmaci sperimentali. Si consentirà cosi al paziente di restare nel suo Paese, dove il farmaco in sperimentazione lo raggiungerà.

 

Il progetto vedrà Verona capofila internazionale e si baserà su test per ottenere il profilo molecolare di tumori che sono orfani di terapia per indirizzarli a terapie specifiche sulla base appunto del profilo molecolare. Il Centro Arc-net si sta adoperando per creare una rete italiana di centri di eccellenza in oncologia che, facendo capo a Verona, possano rendere il contributo italiano essenziale e puntuale per la definizione della nuova era di medicina di precisione in oncologia.

 

«Questa seconda fase del progetto - ha spiegato Aldo Scarpa, direttore Arc-net - prevede l’organizzazione di sperimentazioni cliniche internazionali usando farmaci di nuova generazione, nonché farmaci già in uso, sulla base delle indicazioni delle anomalie molecolari presenti nel tumore dei singoli pazienti. Questo sarà possibile proprio grazie ai nuovi test molecolari disegnati e messi a punto nell’ambito del consorzio. In tal modo si potrà offrire ai pazienti un più ampio spettro di possibilità terapeutiche rispetto a quanto possibile oggi. Ci aspettiamo inoltre - conclude - di riuscire a svelare i meccanismi di sviluppo di resistenza alla terapia che spesso si instaurano e causano ricadute e di poter comprendere le modalità di aggirarle». Dal 2010, il Centro di ricerca Arc-Net dell’ateneo di Verona partecipa e rappresenta l’Italia all’interno del Consorzio internazionale sul genoma del cancro (Iggc) e in 10 anni ha sequenziato il genoma di 25mila tumori di diverse tipologie e origine.

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