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COLPO DI SCENA

La Fiera licenzia
Di Dio per il post
omofobo su Bacanal

COLPO DI SCENA
Di Dio (a destra) con l’ex sindaco di Roma Alemanno in Bra nel 2017
Di Dio (a destra) con l’ex sindaco di Roma Alemanno in Bra nel 2017
Di Dio (a destra) con l’ex sindaco di Roma Alemanno in Bra nel 2017
Di Dio (a destra) con l’ex sindaco di Roma Alemanno in Bra nel 2017

Colpo di scena a Veronafiere. Il Consiglio di amministrazione della società ha approvato ieri la risoluzione del contratto di lavoro di Vittorio Di Dio, direttore delle relazione esterne, esponente della destra sociale, già assessore ai lavori pubblici e alle pari opportunità e poi consigliere comunale nel corso dell’Amministrazione Tosi. Al dirigente Di Dio, da quanto si apprende, sono state rivolte contestazioni sul suo operato e lui fornirà ora delle controdeduzioni. Di Dio, 61 anni, di recente era finito nella bufera nelle settimane del Carnevale per una frase postata sulla sua bacheca Facebook.

 

L’ex assessore e consigliere comunale, vicino all’ex ministro e già sindaco di Roma Gianni Alemanno - punto di riferimento della destra sociale che Di Dio ha seguito ai tempi del Msi-Dn e anche dopo l’esperienza di Alleanza nazionale - aveva scritto: «Verona incorona Franz Gambale 489° Sire del Carnevale. Il 1° primo gay pride “mascherato” può aspettare». Il riferimento di Di Dio era al fatto che l’avversario di Francesco Gambale detto Franz - poi eletto Papà del Gnoco - era stato Sebastiano Ridolfi, detto Fox, attivista gay per i diritti Lgbt.

 

Alla frase di Di Dio - che oltre a essere stato assessore all’edilizia e ai lavori pubblici aveva anche la delega alle pari opportunità - era seguita una forte polemica, in città, da esponenti di forze politiche, tra cui la consigliera del Pd Elisa La Paglia. Ma dallo stesso mondo del Bacanal, e proprio da Gambale eletto Papà del Gnoco, erano arrivate parole chiarissime: «Il Comitato del Bacanal del Gnoco», ha detto Gambale a L’Arena nei giorni della polemica, «prende le distanze da tali espressioni, che condanna e reprime in modo netto, censurando con assoluta severità la becera bassezza di simili manifestazioni. Ci si augura che il signor Di Dio voglia riflettere sulla gravità delle proprie parole». Lo stesso Di Dio, però aveva replicato sul nostro giornale, dicendo: «Questi non conoscono il significato delle parole. Mi domando chi possa avere offeso con il mio post. Si parla di gravità delle parole, quali parole? Mascherato? Gay pride? Io sono veramente preoccupato per la libertà di espressione di pensiero in questo Paese, era chiaramente uno sfottò». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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