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Ministro dell'Interno a Verona

Da Valeggio alla Fiera
Salvini a ruota libera
«I preti sono con me»

Ministro dell'Interno a Verona
Salvini a Vapitaly (Marchiori)
Salvini a Vapitaly (Marchiori)
Salvini a Vapitaly (Marchiori)
Salvini a Vapitaly (Marchiori)

«Mi hanno fatto la guerra alcuni settori perchè ho chiesto controlli nei negozi di canapa. Vale per la canapa e per i superalcolici: se uno vende a chi non dovrebbe vendere dovrebbe essere chiuso. È la regola». Così Matteo Salvini a Verona per visitare la 5/a edizione di Vapitaly, la fiera internazionale del vaping e della sigaretta elettronica, che richiama 193 aziende, delle quali il 46% estere. «Stiamo facendo una battaglia, educativa culturale e fiscale» ha detto il ministro dell’Interno il quale ha aggiunto di essere «contento come Lega di aver ottenuto una sistema fiscale che ha salvato migliaia posti di lavoro, centinaia di aziende, migliaia di negozi». «Io poi - ha precisato Salvini - non fumo nulla e non svapo nulla. Fumare fa male e quindi è una questione di salute, di rispetto e di lavoro. Un settore al quale abbiamo dimostrato nei fatti la vicinanza del governo». Quando alla campagna europea «Vaping is not tobacco», il vicepremier ha osservato che «l’obiettivo è tagliare tasse e burocrazia, non solo a questo settore, ma a tanti settori produttivi». «So - ha aggiunto - che ci sono lobbies molto potenti e molto influenti, ma quando c’è di mezzo la salute dei cittadini e il lavoro io non scherzo».

Salvini a Vapitaly (foto Marchiori)
Salvini a Vapitaly (foto Marchiori)

 

«L'ONU FA RIDERE»

L’Onu è «un organismo internazionale che costa miliardi di euro ai contribuenti, che ha come membri la Corea del Nord e la Turchia, regimi totalitari, e viene a fare la morale sui diritti umani all’Italia, a Salvini, per il decreto sicurezza. Fa ridere, è da «Scherzi a parte». Così il ministro dell’Interno è poi tornato ad attaccare l’Alto commissariato per i diritti umani dell’Onu per la lettera inviata all’Italia sul decreto sicurezza bis.

 

«I PRETI MI DICONO DI RESISTERE»

«Frati, suore, missionari, vescovi, cardinali mi scrivono dicendo: mi raccomando Salvini tenete duro». Lo ha confidato ai giornalisti il ministro dell’Interno, Matteo Salvini sottolineando che «i cattivi sono quelli che vogliono accogliere tutti e poi li lasciano dormire in stazione e andare in giro a spacciare». «Ho il telefonino zeppo di messaggi, ovviamente riservati, - ha ricordato - che finiscono tutti con la stessa frase: "Matteo non dirlo". Sono - ha ribadito - frati, suore, missionari, vescovi, cardinali che mi scrivono. "Mi raccomando Salvini tenete duro e poi aggiungono di non dirlo in giro". Alla faccia della democrazia».

 

AUTONOMIA

Sull’autonomia - ha poi aggiunto - noi siamo pronti da mesi. Il Veneto aspetta, la Lombardia aspetta, come l’Emilia-Romagna. Altre sette regioni italiane hanno chiesto più autonomia, efficienza, velocità, trasparenza. I 5 stelle la stanno tirando lunga e non capisco perchè. Noi siamo pronti anche sulla flex tax, speriamo che siano solo rallentamenti da campagna elettorale», ha concluso Salvini.

 

A VALEGGIO: «COL PIFFERO CHE IL BARCONE ATTRACCA»

«Col piffero che il barcone attracca a Lampedusa». Lapidaria la risposta ai giornalisti in mattinata di  Salvini a margine di un incontro elettorale a Valeggio sul Mincio. «Sono andato a letto seguendo un barcone a Lampedusa, mi sono alzato stamattina ed è ancora lì» aggiunge il leader del Carroccio, il quale sottolinea che sono state fatte «diffide con la Guardia di Finanza, con la Polizia di Stato; abbiamo approvato decreti, regolamenti, questi se ne fregano e vanno avanti». «Come ministro dell’Interno - ha spiegato - ho detto "costi quello che costi questo barcone non attracca e questi immigrati non scendono". Perchè altrimenti non esiste più la legge». «Vediamo questo tira e molla. Adesso hanno chiesto alla Capitaneria di Porto di prenderli a bordo perchè li facciamo scendere noi: col piffero» ha concluso Salvini.

 

 

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